Legnano, trecento in piazza contro la giunta Fratus / FOTO

Protesta organizzata dai 12 consiglieri dimissionari dopo la decisione del difensore civico regionale di autorizzare la surroga

La piazza durante la contestazione

La piazza durante la contestazione

Legnano (Milano), 6 aprile 2019 - Anche il confronto  politico ha ormai lasciato il posto allo scontro, ma è indubbio che la città abbia iniziato a interessarsi a quanto sta succedendo dalle parti di palazzo Malinverni. Lo si è capito perfettamente ieri sera. Alle 20 e 30 era stato convocato un consiglio comunale destinato ad andare deserto per la mancanza del numero legale, ma necessario per dare il “la” alla nomina del commissario ad acta che sarà chiamato a surrogare Mattia Rolfi, restituendo una forse temporanea maggioranza in aula al governo cittadino. Deserta la seduta, ma non certo l’aula nel lato dedicato al pubblico.

Sotto alla sede del Comune, infatti, si erano radunati già dalle 20 numerosi cittadini, chiamati a manifestare in piazza dall’appello dei dodici consiglieri dimissionari. Fiori distribuiti ai presenti dalle circa 200 persone radunate (poi diventate nel corso della serata almeno trecento) e una presenza massiccia che non ha avuto bisogno di alzare i toni per essere notata e fare pesare una posizione. La questione è ormai nota: le dimissioni contestuali dei dodici consiglieri (dieci di opposizione e due di maggioranza) più uno, il leghista Mattia Rolfi che aveva preceduto per motivi propri quelle di gruppo, da una parte sono ritenute motivo per far decadere il governo, dall’altra un artificio per... far cadere lo stesso governo. Il difensore civico regionale si è espresso per la surroga, e la convocazione di ieri sera, con tre “chiamate” senza risposta per mancanza del numero legale, doveva servire per autorizzare la nomina del commissario ad acta che decreterà l’ingresso in consiglio del sostituto di Mattia Rolfi.

In aula questi trenta minuti di agonia sono diventati dunque un pericoloso faccia a faccia tra ciò che resta della maggioranza e il governo cittadino da una parte e le cento persone del pubblico autorizzate ad entrare dall’altra. Ed è finita come succede sempre in questi casi: le urla “vergogna” che chiamano il “vergognati tu” in risposta, i toni che si alzano, l’inno d’Italia cantato a squarciagola che non fa mai male. Il dato di fatto è che ora il commissario ad acta dovrà nominare il sostituto in aula di Rolfi e che, sempre nella giornata di ieri, i dodici consiglieri dimissionari hanno firmato un atto di di diffida al difensore civico regionale, inviato nel pomeriggio da uno studio legale. Tutto questo succede mentre, inspiegabilmente, il prefetto chiamato a decidere su questa delicata questione non ha ancora espresso il suo parere. In qualsiasi direzione deciderà di muoversi, comunque, i ricorsi sono già pronti.