Corruzione a Legnano: via agli interrogatori, sindaco e vicesindaco rispondono al gip

Fratus ha chiesto la revoca dei domiciliari. L'avvvocato di Cozzi: "Le intercettazioni vanno contestualizzate"

Da sinistra: Chiara Lazzarini, Gianbattista Fratus e Maurizio Cozzi

Da sinistra: Chiara Lazzarini, Gianbattista Fratus e Maurizio Cozzi

Legnano (Milano), 20 maggio 2019 - Giornata di interrogatori di garanzia oggi a Busto Arsizio, nell'ambito dell'inchiesta 'Piazza pulita' che ha portato, giovedì scorso, all'arresto del sindaco leghista di Legnano Gianbattista Fratus, che si è dimesso, del vicesindaco Maurizio Cozzi e dell'assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini. Cozzi, l'unico detenuto, è stato sentito nel carcere bustocco, mentre gli altri due, ai domiciliari, sono stati ascoltati dal gip Piera Bossi, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare, in Tribunale. Le accuse per gli arrestati sono, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale per avere creato un sistema il cui motto sarebbe declamato in un'intercettazione del vicesindaco: "Una volta che si individua la persona basta, la gara non ha alcuna valenza".

Ha risposto alle domande degli inquirenti  l'ex sindaco di Legnano. Fratus è anche accusato di aver concesso un posto alla figlia di un candidato alle passate amministrative in cambio del suo pacchetto di voti al ballottaggio. Assistito dall'avvocato Maira Cacucci, Fratus ha chiesto la revoca o riduzione della misura cautelare. Alla luce del parere del pm, il gip deciderà entro cinque giorni.

Il vicesindaco Cozzi ha risposto alle domande del gip di Busto Arsizio. "Per noi - ha detto l'avvocato Giacomo Cozzi, difensore del vicesindaco Maurizio Cozzi.- era importantissimo far capire ai magistrati il senso delle intercettazioni telefoniche, magari si parlava di una cosa di 10 giorni prima, quando le intercettazioni non erano ancora partite". Le parole degli indagati vanno "contestualizzate" ha aggiunto il difensore. "Vogliamo emerga la verità e al mio assistito premeva spiegare cosa ha fatto e perché lo ha fatto", ha spiegato il legale, che ha proseguito "l'interpretazione giuridica di questi fatti la daranno i magistrati". Poi l'avvocato Cozzi ha proseguito dicendo "che non siano nomine pilotate lo sanno benissimo anche i magistrati", perché "Cozzi non ha agito per sé, né per parenti e amici, e non ha agito per il partito perchè queste non sono nomine politiche", ma si tratta di "interventi ai limiti delle procedure per garantire le persone migliori, questa è la verità dei fatti". La revoca della misura cautelare è stata chiesta dall'avvocato in virtù delle dimissioni presentate dal vicesindaco che, precisa Cozzi, "una volta formalizzate" non rappresentano più "possibilità di reiterazione del reato o inquinamento di prove". 

Si è avvalsa invece della facoltà di non rispondere Chiara Lazzarini, assessore alle Opere Pubbliche del comune di Legnano. «Le sue condizioni psicofisiche, che vanno tenute in considerazione, non le consentono di rispondere», ha dichiarato il suo avvocato Enrico De Castiglioni, al braccio della sua assistita, visibilmente provata.

Lo scenario ipotizzato dal gip Piera Bossi, è quello di una gestione da parte dei vertici comunali "improntata non tanto al soddisfacimento delle esigenze degli interessi pubblici quanto alla collocazione nei vari settori del Comune e delle municipalizzate di amici  e conoscenti, comunque persone 'gradite' o manovrabili". In questo contesto sarebbero state truccate in una manciata di mesi, dall'ottobre 2018 al marzo 2019, le procedure per la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune; alla municipalizzata Amga di Legnano per scegliere il nuovo dirigente generale; alla partecipata Euro.Pa.Service per l'affidamento di un incarico professionale. "Gli indagati - ha spiegato il procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra - avviavano selezioni personali, agganciavano i loro candidati, sostenevano dei colloqui e alla fine facevano in modo che i bandi venissero turbati in modo tale da ottenere la nomina nonostante l'incompatibilita' assoluta con l'incarico bandito". 

Nella ricostruzione della Procura bustocca e della Guardia di Finanza di Milano, la frase "il prezzo è stato pagato", costituirebbe la chiosa dell'assessore Lazzarini per definire i 1046 voti passati al ballottaggio al sindaco Fratus da  Luciano Guidi, candidato a  sua volta alle amministrative del 2017 per la lista civica Alternativa Popolare, in cambio di un  posto per la figlia Martina nel consiglio di amministrazione della partecipata Aemme Linea Ambiente.