Legnano, sindacati preoccupati: "Nessun nuovo alibi sulla Tosi"

Il monito della Fiom: "L’acquisizione non basta, ora gli investimenti"

I lavoratori della storica Franco Tosi

I lavoratori della storica Franco Tosi

Legnano (Milano), 12 agosto 2019 - Ottimismo, pessimismo, speranze, promesse, ma soprattutto prospettive. Sono proprio queste ultime al centro delle preoccupazioni dei sindacati dopo l’accordo per la cessione dell’area di 36mila metri quadrati su cui si trova la Franco Tosi Meccanica alla Bruno Presezzi Spa, società meccanica presieduta dal brianzolo Alberto Presezzi. L’intesa sulla nuova proprietà dell’area arriva dopo anni di trattative, in alcuni momenti anche particolarmente difficili, e di fatto evita ufficialmente almeno per diverso tempo un trasloco della fabbrica lontano dalla città di Legnano che in qualche periodo è sembrato potesse essere imminente.

Ora che l'accordo è stato sancito, però, le polemiche e le preoccupazioni non si spengono. Anzi. A passare all’attacco è la Fiom Cgil. "Adesso Presezzi non ha più alibi: deve fare davvero qualcosa per far crescere la Tosi. Ora che anche l’area è di sua proprietà, deve cominciare a fare investimenti" tuona il referente Mirco Rota. "In passato l’imprenditore di Burago Molgora ha sempre usato il fatto di essere in affitto in quell’area come scusa per non investire cifre importanti e per non rispettare gli accordi - prosegue il responsabile della Fiom -. Era previsto l’impiego di 210 lavoratori, a oggi invece ce ne sono solo 180 di cui 70-80 sono in cassa integrazione. Adesso Presezzi deve necessariamente giocare a carte scoperte, non può più nascondersi".

I rappresentanti sindacali alcune settimane fa hanno chiesto un incontro al ministero per lo Sviluppo economico per avere chiarimenti in merito alle prospettive future di azienda e lavoratori, richiesta che non ha ricevuto ancora risposte. I temi sul piatto sono numerosi, il più pressante riguarda i livelli occupazionali: "Presezzi non ha ancora detto se, visto che ha acquistato un’area che di fatto ha dimensioni dimezzate rispetto a quella su cui si trova l’intero sito produttivo rinunciando così a tutta l’area delle lavorazioni meccaniche, intende mantenere il numero attuale di lavoratori oppure no. Non ha mai discusso con noi né dell’offerta che avrebbe presentato né tantomeno di un ipotetico piano industriale. Che adesso diventa cruciale per la sorte della Franco Tosi". "Siamo preoccupati - sottolinea Rota -. Un imprenditore che ha un progetto in cui non sono previsti licenziamenti perché non dovrebbe parlarne? Forse la verità è un’altra". L’industriale di Burago Molgora ha dichiarato di voler attendere le elezioni amministrative a Legnano per avere un quadro più chiaro della situazione e poter contare su un interlocutore certo a livello comunale. Ma la Fiom non ci sta: "L’area ormai è di sua proprietà così come lo è la Tosi. Non è di certo un Comune ad autorizzare l’acquisto di macchine utensili: smetta di cercare nuovi alibi".