I lavoratori della Tessitura di Nosate: "Vogliamo subito gli incentivi"

Sit in davanti alla sede di Confindustria Altomilanese

I lavoratori della Tessitura di Nosate a Legnano (StudioSally)

I lavoratori della Tessitura di Nosate a Legnano (StudioSally)

Legnano (Milano), 28 marzo 2019 - Una folta delegazione dei dipendenti della Tessiture di Nosate si è radunata ieri pomeriggio in via San Domenico a Legnano, davanti alla sede di Confindustria Altomilanese. Nei locali, ai piani superiori della sede degli industriali, si è difatti tenuto il confronto tra la proprietà della Tessiture di Nosate e le organizzazioni sindacali.

Sul tavolo la discussione sulle modalità di uscita dei 106 dipendenti che dal 15 aprile saranno senza lavoro. L’azienda era rappresentata dal presidente Ferrari e dall’amministratore delegato Alberto Fossati. I sindacalisti Di Rago, Ferrario e Di Pierro hanno esposto le richieste dei lavoratori. Innanzitutto l’anticipo della cassa integrazione e l’incentivo all’esodo. L’azienda, rispetto alle posizioni di netta contrarietà espresse al primo incontro, questa volta ha lasciato trasparire delle aperture, ma i due dirigenti presenti non hanno dato risposte certe. "Era più che altro un incontro per smussare gli angoli, per capire se ci fossero dei margini di trattativa – ha spiegato Salvatore Di Rago della Cisl –. In questa sede non potevano firmare alcunchè perché ogni nostra richiesta dovrà ancora essere valutata dai soci dell’azienda. Diciamo che non è stato un confronto negativo. C’è uno spiraglio. Ne sapremo di più nel prossimo incontro che avremo con loro lunedì prossimo". In pratica i soci potrebbero decidere di anticipare ai lavoratori parte di quello che oggi è il loro patrimonio, valutato in 9 milioni di euro, composto dai fabbricati, dai terreni, dai prodotti di magazzino, che i soci stessi incasserebbero negli anni a venire.

Il primo impegno economico per la società sarebbe quello di anticipare la cassa integrazione per i primi tre-quattro mesi a tutti i 106 lavoratori (una media di 900-1000 euro per lavoratore, una spesa di 500mila euro) mentre l’incentivo all’esodo verrebbe pagato nella forma che potrà essere definita nel prossimo accorso solo tra un anno, alla scadenza della cassa integrazione. Non certamente però nella cifra che era stata richiesta inizialmente dai lavoratori, ovvero un anno di stipendio. "Abbiamo ridotto le pretese – dice Di Rago –. L’azienda però non può far finta di niente davanti alla richiesta di aiuto dei dipendenti che tra qualche giorno, e magari alcuni di loro per sempre, perderanno il lavoro". Nei giorni scorsi la situazione della Nosate è stata portata anche all’attenzione del Consiglio Regionale. Sindacalisti e una rappresentanza dei lavoratori sono stati ascoltati dai componenti della Commissione attività produttive di Palazzo Pirelli. Un passaggio formale che è servito a ribadire le problematiche occupazionali del territorio del Magentino.