Reddito di cittadinanza, a Legnano pronti alla carica dei 20mila

Maurizio Betelli, direttore di Afol Ovest Milano, si prepara già alla seconda fase: la gestione delle proposte di lavoro

Maurizio Betelli, direttore di Afol Ovest Milano

Maurizio Betelli, direttore di Afol Ovest Milano

Legnano (Milano), 1 marzo 2019 - «Noi potremmo anche essere pronti per gestire la seconda fase, ma ho come l’impressione che ci siano ancora numerosi nodi da sciogliere nel primo passaggio che condurrà al reddito di cittadinanza, con tutto ciò che potrà accadere anche nelle tempistiche».

Maurizio Betelli è il direttore di Eurolavoro-Afol Ovest Milano, l’agenzia che si dovrà occupare di proporre lavoro a chi avrà avuto accesso al reddito di cittadinanza.  E le incertezze sono ancora parecchie: «Mi pare che siamo ancora lontani dall’intravedere uno stadio finale in questo processo - spiega -: è passata la prima lettura al senato del decreto, per cui hanno iniziato a recepire una serie di modifiche. Sono state definite alcune cose, per esempio la soglia minima oltre la quale l’offerta di lavoro potrà essere considerata congrua, vale a dire 858 euro. Dal punto di vista della norma, però, nessuno è in realtà obbligato a comunicare l’entità dell’offerta, né il datore di lavoro, né la persona che riceve l’offerta: eppure sono io ad avere la responsabilità di definire o meno la conguirtà». Un buco normativo che Betelli spera venga risolto strada facendo, ma non l’unico ostacolo: «Hanno pubblicato la domanda sul sito - prosegue -, ma non hanno ancora tenuto conto delle modifiche fatte e non so quando lo faranno. Non è stata ancora firmata la convenzione tra l’Inps e i Caf, per cui formalmente i Caf non sono ancora autorizzati a ricevere la domanda e spero lo faranno prima del 6 di marzo. Altrimenti, considerato che sul sito del ministero serve l’account Spid, non così diffuso, verranno presi d’assalto gli uffici postale».

E per non ingenerare confusione Betelli sottolinea il ruolo dei centri per l’impiego: «Una cosa va chiarita una volta per tutte: noi non siamo coinvolti in questa fase del rilascio del reddito di cittadinanza.Entreremo in gioco dopo almeno due mesi, quando chi avrà fatto domanda avrà ricevuto la risposta. Solo a quel punto li dovremo convocare per offrire le cosiddette politiche attive». Pronti? «Tutto sommato siamo attrezzati, dipende tutto dai quantitativi: si parla di 20, 30mila persone, ma i disoccupati del nostro territorio sono meno di 10mila e qualcosa non mi torna in questi conteggi. Le offerte da parte delle aziende, poi, mica ce le inventiamo: noi ne abbiamo tra le 500 e le 1000 l’anno e queste possiamo utilizzare. Il disoccupato dovrà capire che non saremo noi che gli daremo il lavoro: noi segnaliamo, poi l’azienda decide»