Legnano, Pensotti a rischio fallimento: "Un lavoro per tutti o nessun accordo"

I sindacati in corteo coi lavoratori della storica azienda di caldaie contro accordi «spezzatino»

La manifestazione dei lavoratori Sices Pensotti è partita da piazza Monumento, per passare davanti a Confindustria  e chiudersi  in piazza  San Magno

La manifestazione dei lavoratori Sices Pensotti è partita da piazza Monumento, per passare davanti a Confindustria e chiudersi in piazza San Magno

Legnano (Milano), 5 luglio 2018 -  Una quarantina di lavoratori in corteo per il centro di Legnano. L’obiettivo della manifestazione di ieri mattina era sostanzialmente quello di “alzare la voce” e far accendere i riflettori della città sulla drammatica situazione che stanno vivendo i circa novanta dipendenti della Sices Pensotti, storica azienda che realizza caldaie che sta vivendo il momento più difficile della propria storia. Il corteo è partito da piazza Monumento, proprio davanti a un altro simbolo della lotta operaia ovvero la Franco Tosi Meccanica, per poi raggiungere la sede di Confindustria Alto Milanese, dove alcuni delegati hanno incontrato i vertici dell’associazione industriali, e il municipio, in cui i rappresentanti dei lavoratori hanno parlato con alcuni esponenti della Giunta. Gli stipendi di gennaio sono stati congelati, quelli di febbraio sono stati erogati, mentre da marzo è scattata la casssa integrazione a zero ore. «I lavoratori non prendono soldi ormai da quasi cinque mesi - spiega Edoardo Barra, sindacalista della Fim Cisl -, la misura ormai è colma».

«La Pensotti fa parte della storia di questa città e la storia va rispettata. Così come vanno rispettati i lavoratori e le lavoratrici che in questi anni hanno dato tutto per questa azienda. Non si può demandare a lavoratori e sindacati la soluzione di questa situazione, le istituzioni del territorio e tutte le parti coinvolte devono fare la loro parte». Stefano Abbatangelo, componente della segreteria Fim Cisl Milano Metropoli, non usa mezzi termini per parlare del destino della Pensotti Sices: «Non possiamo più aspettare. Un destino che è sempre più incerto dopo la presentazione del “piano di rilancio” da parte della proprietà. Già, il piano di rilancio. Un progetto che non solo per ora non decolla, ma che neppure convince sindacati e lavoratori. L’unica impresa interessata per ora a rilevare l’azienda sarebbe un’azienda di Battipaglia che prenderebbe in affito un ramo d’azienda per un anno dando un’occupazione a 28 dei circa 90 lavoratori attuali. «Impensabile poter fare un accordo spezzatino - sottolinea Antonio Del Duca della Fiom Cgil Ticino Olona -: accetteremo proposte soltanto per la totalità dei lavoratori. Il problema è che la proprietà di Pensotti ha perso due anni per cercare di ristrutturare la situazione debitoria, senza riuscirci e anzi peggiorando la situazione». Lunedì le parti si incontreranno: «Se l’imprenditore non ha l’obiettivo di arrivare con un piano industriale serio e con l’intenzione di assumere tutti i novanta dipendenti attuali della Pensotti Sices, può anche rimanere a Battipaglia» avverte il sindacalista.