Magneti Marelli, commesse giù: fabbrica ferma e operai in cassa

Stop a Corbetta per l’ex gioiello Fca venduto ai giapponesi

Magneti Marelli

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Corbetta (Milano), 26 gennaio 2019 - La crisi  del mercato dell’auto fa la prima vittima: i sogni di pieno impiego dell’ex gioiello di famiglia Fca, Magneti Marelli. Per la prima volta nella storia dell’azienda di componentistica automotive, nello stabilimento di Corbetta, alle porte di Milano, la produzione si ferma. Cassa integrazione a zero ore. Uno stop che verrà forse replicato a febbraio se, nel frattempo, non giungeranno segnali di inversione di tendenza. Perché il fermo produttivo è solo la punta dell’iceberg, cominciato dal calo di immatricolazioni del 3,1% in un anno, che per Fca è salito al 10,4%. In Italia, la produzione del gruppo italo-americano è scesa del 6,8%. E Magneti Marelli ha Fiat-Chrysler fra i suoi principali clienti. Meno auto, meno componentistica. Il colosso, la cui cessione ai giapponesi di Calsonic Kansei per 6,2 miliardi si completerà entro l’estate, ha bisogno di tenere i conti in ordine e di restare in linea per rispettare i parametri di un contratto fondamentale per lo sviluppo. Così, si fermano le linee. Dei settecento dipendenti dello stabilimento situato in provincia di Milano hanno lavorato ieri solo le poche decine occupate nel reparto di serigrafia. Uno stop che già prelude a diverse repliche. Sono previste altre due settimane di cassa integrazione, dal 18 al 25 febbraio e dal 25 al 31 marzo. In questo contesto si inquadra la giornata di chiusura dello stabilimento decisa per la giornata di ieri.

«Non è una questione legata alla cessione o all’organizzazione del lavoro in questo stabilimento. Paghiamo una congiuntura negativa del settore dell’auto». afferma Marco Giglio, sindacalista della Fim Cisl Milano Metropoli. Alla Magneti Marelli a fine anno non sono stati confermati parecchi contratti a tempo determinato. «In compenso – aggiunge Giglio – prima che entrasse in vigore il Decreto dignità, l’azienda ha definito una quarantina di assunzioni in parte a tempo determinato». Rassicurazioni che però si inseriscono in un cambiamento sempre più forte delle prospettive del gruppo. Sempre più al di fuori dell’Italia, non solo per la proprietà giapponese già pronta a subentrare. Il cuore di Fca, infatti, batte sempre più per volumi e ricavi fuori dall’Europa. Ed è negli Usa che Magneti Marelli sta crescendo. Investimenti da 35 milioni di dollari, gli ultimi, per creare uno stabilimento per la produzione di fari. Con 360 posti di lavoro. Tutti a stelle e strisce.