Nell'Altomilanese il lockdown si è “mangiato” anche le assunzioni

In sei mesi oltre il 20% di nuovi posti in meno di media nell’Altomilanese e nel Magentino-Abbiatense secondo Eurolavoro

Lavoro

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Legnano (Milano), 10 novembre 2020 - Nuove assunzioni in netto calo. I primi sei mesi di quello che a buon diritto può essere considerato un anno tanto “bisesto” quanto decisamente “funesto” hanno presentato un conto salatissimo alle imprese di Legnanese, Castanese, Magentino e Abbiatense. Secondo i dati emersi dall’analisi dell’osservatorio socioeconomico di Eurolavoro, da gennaio a giugno le nuove assunzioni in tutto il territorio sono diminuite del 21,1% rispetto al medesimo periodo del 2019. Nel primo semestre del 2019 gli avviamenti al lavoro nell’Altomilanese erano 12.400, quelli nel Magentino-Abbiatense 8.594. Quest’anno, invece, i numeri parlano di 9.733 nell’Altomilanese e 6.838 nel Magentino-Abbiatense. Anche il numero di nuove imprese è diminuito, anche se in questo caso le percentuali sono più basse: a fronte di 3.740 nuove imprese nei primi sei mesi dello scorso anno nell’Altomilanese e 2.467 nel Magentino-Abbiatense: quest’anno sono 3.398 per l’Altomilanese e 2.320 per il Magentino-Abbiatense.

Anche il lavoro intermittente ha dovuto fare i conti con le chiusure dovute all’emergenza sanitaria da coronavirus. La minore necessità di manodopera ha causato una diminuzione dei lavoratori con questo genere di contratti del 19,9% nell’Altomilanese (ovvero 700 contro i 561 del 2020) e del 22.7% nel Magentino-Abbiatense (da 361 a 279). Un crollo poi ha riguardato il settore del lavoro domestico, che ha fatto registrare un calo del 42% nell’Altomilanese e addirittura del 98,1% nel Magentino-Abbiatense. Interessante è analizzare anche chi sono i cittadini che maggiormente colpiti da questa crisi. In tutta la provincia di Milano, e quindi anche nel territorio preso in esame, il dato è il medesimo: il calo rispetto al 2019 riguarda soprattutto uomini italiani con la licenza elementare o media. E questo dà conto in maniera particolare anche della vocazione di Altomilanese e Magentino-Abbiatense. Due territori dal grande sviluppo industriale. Due territori da sempre caratterizzati da un manifatturiero particolarmente sviluppato. Un settore nel quale l’espressione “smart working” indica ben poco. Due territori nei quali il “saper fare” inteso come saper realizzare e costruire in maniera concreta e tangibile è fra le caratteristiche principali da oltre un secolo.

Proprio in queste zone dove il coraggio di rischiare e la voglia di sacrificarsi per “fare impresa” sono nel dna di tanti imprenditori la crisi che deriva dalle chiusure degli ultimi mesi si è fatta sentire maggiormente, anche a livello occupazionale. I prossimi saranno mesi interlocutori, mesi che potranno servire a comprendere la reale tenuta delle aziende del territorio. Un territorio che spera fortemente di non dover vivere di nuovo la drammaticità delle chiusure di pochi mesi fa. C’è chi ha chiesto e ottenuto di accedere agli ammortizzatori sociali, ma soltanto come “paracadute” in previsione di momenti ulteriormente difficili e chi invece ne ha utilizzata subito perlomeno una parte, perché in quelle secche si trova già da un po’ di tempo. Il momento per imprese e lavoratori è di quelli particolarmente bui. Per questo motivo i prossimi saranno mesi decisivi perlomeno per cominciare a capire come potrà essere il futuro prossimo di migliaia di cittadini dell’intera zona.