Legnano, Vinicio blinda il negozio

Un centinaio di paletti, tra fissi e mobili, ai bordi del marciapiede per impedire alle auto usate dai ladri come testa d’ariete di raggiungere le evtrine

Una spaccata da Vinicio

Una spaccata da Vinicio

Legnano, 10 ottobre 2018 - Un centinaio di paletti, tra fissi e mobili, ai bordi del marciapiede per impedire alle auto usate dai ladri come testa d’ariete di raggiungere il negozio e abbattere le vetrine per espugnare scaffali e magazzino. È l’ultima idea che è venuta a Vinicio Ravagnani, patron dello showroom Vinicio di piazza Ferrè. In questo modo, è la speranza dell’imprenditore, si creerà una barriera insormontabile – a meno che non si faccia ricorso a mezzi militari come i carriarmati – per le bande di professionisti che hanno saccheggiato a ripetizione i suoi punti vendita.

L’iniziativa è stata concordata con il Comune. L’area della ex Cantoni è infatti stata concepita all’epoca dall’architetto genovese Renzo Piano, e deve quindi mantenere una sua coerenza architettonica. «Non abbiamo voluto blindare la piazza che rimane un luogo pubblico, sia chiaro – sottolinea Ravagnani – ma questa misura era ormai diventata necessaria. Ormai, dopo tutti i colpi subiti, le compagnie non volevano più assicurarmi».

E infatti il “numero uno“ di Vinicio ha dovuto anche dotarsi, su richiesta di queste, di un servizio di sorveglianza notturna dallo scorso 7 giugno che si aggiunge ad antifurti e a vetrate del peso di otto quintali. Da quella data in cui il negozio subisce l’ultima irruzione di una lunga serie («non mi ricordo nemmeno più quanti furti ho alle spalle, saranno una decina...»), una guardia giurata presidia l’area del punto vendita dalle dieci di sera alla mattina. «Mi sta costando 250 euro al giorno, faccia un po’ lei i calcoli», rimarca Vinicio. Che non vuole però rivelare quanto è invece costato l’intervento d’installazione dei paletti. Si ipotizza qualche centinaio di migliaio di euro.

«Legnano non è il Bronx, per carità, è una città che amo e che in 35 anni che sono qui mi ha dato tanto. C’è però il fatto che la nostra attività è un bersaglio prediletto per dei gruppi organizzati, che sanno come intervenire. Basti dire che, sempre la passata estate, hanno tentato un colpo sempre qui in piazza Ferrè alle dieci di sera, mentre mia moglie era a cena nei paraggi. E quando li prendono, com’è successo dopo un blitz nel mio negozio di Arona, sa cosa succede? Che li lasciano di nuovo liberi dopo poche ore». Ravagnani ha fatto richiesta per poter mettere i paletti nel 2014. Ci sono voluti quattro anni d’attesa per ottenerli.