Villa Giulini da salvare e proteggere: il Fai si mobilita con una petizione

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Una petizione online tramite il Fai per salvare Villa Giulini. Qualcosa si muove ma è ancora troppo presto per cantare vittoria e soprattutto per vedere cambiamenti di fronte a questa storica dimora che sorge davanti al Naviglio Grande a Boffalora Ticino. La villa, di proprietà privata e circondata dal verde, è ormai lasciata in costante e lenta decadenza. Si tratta di un edificio di grandissimo pregio costruita nel 1746 da Giulio Giulini come residenza di campagna. Un edificio enorme a pianta rettangolare a due piani con la parte centrale più alta e con un portico a tre campate nella fronte principale con due colonne in granito rosa di Baveno.

I muri perimetrali sono in muratura a tessitura omogenea in laterizio; le strutture orizzontali sono costituite per la maggior parte da solai lignei ad orditura doppia, nel piano cantinato da volte a botte in muratura e da volte a crociera nel portico. Un’unica volta ricopre un’ampia area al primo piano dallo scalone monumentale al salone principale oggi diviso in locali più piccoli. La copertura è mista a falde e a padiglione con travatura lignea su muri e manto in lastre di onduline con soprastanti coppi. Nel 1866 la villa venne acquistata dal possidente Giuseppe Belloli che la abitò per alcuni anni, trascurandola però completamente dati gli alti costi per le riparazioni necessarie.

Agli inizi del Novecento entrò nelle mani della famiglia Pavesi, che la restaurò e la riportò al suo antico splendore. Nel 1944 la villa venne occupata dai nazisti che vi istituirono il locale comando tedesco. Alla morte dell’ultimo membro della famiglia, nel 1948, la villa venne donata all’Istituto della Fanciullezza Abbandonata di Milano che ancora oggi ha la proprietà dello stabile. Al momento c’è ancora tempo fino al 15 dicembre per dar voce ai cittadini che la vorrebbero di nuovo come simbolo di Boffalora.

Ch.S.