"Vaccinazioni in azienda, priorità per tutti"

Da Galassi, presidente di Api, l’appello a Regione e Ats ad accelerare e un invito: "No a discriminazioni fra piccole e grandi imprese"

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di Francesco Pellegatta

"Serve accelerare sulle vaccinazioni tra i lavoratori, senza discriminazioni tra grandi e piccole imprese". Lo chiedono in coro il presidente dell’Associazione piccole e medie industrie, Paolo Galassi, e il direttore generale Stefano Valvason, che – insieme agli associati – stanno vivendo un periodo di incertezze in attesa che Regione Lombardia e Ats comunichino le linee guida per avviare la campagna vaccinale direttamente nelle aziende. Api conta nel solo territorio Abbiatense-Magentino alcune centinaia di associati, spesso molto piccoli per numero di dipendenti.

"Per quanto ci riguarda siamo pronti a partire – ha spiegato Valvason – abbiamo allestito la sede di viale Monza a Milano per vaccinare i dipendenti dei soci e in soli due giorni sono arrivate oltre duemila richieste. Nonostante le nostre sollecitazioni, però, manca ancora un disciplinare per le linee guida operative; esiste solo una bozza. Al momento la speranza è quella di completare la campagna entro luglio-agosto ma per questo serve partire subito". Valvason, a questo proposito, ha chiesto anche equità nel trattamento: "I nostri associati hanno in media venti dipendenti, allestire un hub vaccinale per una piccola impresa non è sostenibile in termini di spazi e costi, per questo siamo intervenuti. Non ci piace, però, che dalle istituzioni siano arrivate indicazioni come quella che invita le piccole aziende a recarsi dalle più grandi per vaccinare. Questo è “vassallaggio“, riporta ad altre epoche: la nostra idea di società è diversa e si fonda sulle pari opportunità".

Gli ha fatto eco anche il presidente Galassi: "Gli imprenditori hanno a cuore la salute dei lavoratori e sono sempre in prima linea per supplire alle mancanze e ai ritardi della macchina pubblica – ha dichiarato –. Le Pmi, come sempre, copriranno quella parte di welfare che lo Stato non riesce a garantire. Quindi, anche se le istituzioni continuano a parlare di campagna di salute pubblica, di pubblico ci sarà solo il vaccino. Tutto il resto sarà un costo a carico delle Pmi e di Api. Perché lo facciamo? Perché se non ci fosse l’associazione quelle più piccole – e sono una moltitudine – non avrebbero la stessa opportunità e sarebbero discriminate".