Un’apertura di credito a Meloni "ma si spenda per la manifattura"

Nessuna cambiale in bianco "solo la richiesta di mettere le nostre imprese al riparo dall’incombente recessione"

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La necessità di mettere al sicuro la manifattura italiana dal raffreddamento dell’economia e degli investimenti – è la tendenza attesa per l’anno prossimo, quando il Paese sarà praticamente in recessione – e un’apertura di credito (ma non chiamatela "cambiale in bianco") alla premier Meloni, che oggi chiede la fiducia alla Camera. Si è sviluppata lungo questi due fili conduttori l’assemblea generale di Confindustria Alto Milanese, ieri pomeriggio al teatro Tirinnanzi di Legnano. "Non sappiamo cosa accadrà il prossimo anno – ha sottolineato il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi – ma di sicuro ci sarà un rallentamento forte dell’economia per il quale, se non salvaguardiamo la nostra maniffattura, metteremo a rischio migliaia di imprese e di conseguenza centinaia di migliaia di posti di lavoro". Per questo motivo Bonomi ha chiesto al nuovo Governo, in vista della prossima legge di bilancio, "una revisione del 4-5% della spesa pubblica: è lì che dobbiamo trovare le risorse necessarie per il Paese".

Un no deciso quindi a "interventi su prepensionamenti o flat tax che non ci possiamo permettere". Risorse vanno semmai destinate "a salvaguardare la manifattura e i suoi occupati". All’assemblea ha preso parte anche l’ex ministro Elsa Fornero. Per il presidente di Confindustria Alto Milanese, Diego Rossetti, l’economia italiana deve confrontarsi con la certezza che "la speculazione finanziaria, se vuole, può mettere in ginocchio interi continenti". "Dopo la fine dell’emergenza Covid pensavamo di aver visto la luce in fondo al tunnel, invece era un treno", ha aggiunto Bonomi, riferendosi alla guerra in Ucraina che ha aggravato la crisi energetica, tanto che "anche le aziende più forti ne stanno risentendo in modo importante". Fra.Pel.