Una piccola Ucraina è nata in parrocchia

L’anno scorso il viaggio intrapreso da don Giuseppe Tedesco ha offerto ai profughi una nuova vita lontano dalla guerra

Migration

"Pregate per noi", queste le parole di un ragazzino ucraino che hanno indotto don Giuseppe Tedesco, il 24 febbraio 2022, a mettersi in strada per il confine polacco dopo aver ricevuto i permessi necessari. Un lungo viaggio: 16 ore con pochi cambi alla guida tra il sacerdote e un paio di volontari partiti con lui; il traffico non mancava. Ma la vera preoccupazione, i suoi pensieri erano tutti rivolti alla salute quei ragazzi: insomma, come li avrebbe trovati?

La realtà sicuramente non era meglio delle aspettative, perché le famiglie (in tutto 9 persone) avevano passato ore alla frontiera e due notti per terra, ammalati e infreddoliti per il rigido clima di -10°C. Insieme a loro anche una giovane mamma con la sua bambina di appena 15 giorni. Era il 27 febbraio quando insieme ripartivano con destinazione Busto Arsizio: la parrocchia di San Giuseppe fu tra i primi punti di accoglienza in Italia per i profughi della guerra che ancora oggi infuria in Ucraina. La nuova vita che i ragazzi e le loro famiglie hanno iniziato non è stata facile: provate voi a svegliarvi una mattina e dover scappare dalla vostra casa con un sacchetto contenente le poche cose che potete portare, quelle essenziali. A ritrovarvi in un Paese di cui poco o nulla conoscete la lingua, gli usi, l’alimentazione. Ad abbandonare amici, genitori, fratelli o sorelle.

Certo, non uno scenario piacevole, ma loro si sono dovuti adattare a tutto: una nuova casa in oratorio o presso la struttura comunale Casa Don Lolò, o magari l’ospitalità offerta da qualche generosa famiglia.

E poi c’è la scuola. Già, perchè anche questo è un ostacolo che bambini e ragazzi affrontano ogni giorno, soprattutto per via della lingua, oltre al fatto che molti di loro seguono una doppia scuola: alla mattina c’è la scuola italiana presso l’Istituto "Ezio Crespi", che li ha prontamente inseriti; il pomeriggio quella ucraina online. E ovviamente ciò comporta studio, compiti e attenzione doppia.

Poi c’è da pensare anche al cambiamento nella vita di Don Giuseppe, che sacrifica il suo tempo libero per aiutare i minori nella loro routine quotidiana, sostenendo anche gli adulti che svolgono piccoli lavoretti nella comunità del quartiere bustocco: c’è chi aiuta con i compiti, chi cucina o fa le pulizie in oratorio. Senza dimenticare che il parroco è diventato ufficialmente il tutore legale di due ragazzini, tra i tanti minori profughi ucraini non accompagnati nel nostro paese.

Tra i tanti aspetti abbiamo anche quelli della religione e dell’oratorio estivo. Parlando della religione, loro sono cristiani ortodossi e quindi hanno festività e preghiere differenti dalle nostre: pensate solo che per loro Natale si festeggia il 7 gennaio. Però ci sono anche delle somiglianze con il cattolicesimo, per questo possono seguire la messa senza tanti problemi. Invece, parlando dell’oratorio estivo, grazie ad alcune donazioni la parrocchia ha potuto assumere due educatrici dedicate a loro, in grado di parlare italiano e ucraino.