Un pascolo in pianura Il modello Ticino fa scuola

Ai Geraci di Motta Visconti il Parco ha avviato un progetto dieci anni fa. Il promotore: "Molte aziende sono state qui per studiare i benefici"

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di Francesco Pellegatta

La rivoluzione culturale non si ferma ai "Geraci" di Motta Visconti. Qui il Parco del Ticino ha avviato nel 2012 un progetto per far rivivere il pascolo in pianura, una pratica ormai quasi del tutto abbandonata; e per invogliare sempre di più le aziende agricole a destinare proprio al pascolo una porzione dei loro terreni. In questi anni sono stati una decina (circa uno all’anno) gli allevatori tra il Milanese e il Pavese che hanno deciso di adottare il modello, privilegiando un allevamento etico, che punta alla qualità e promuove la biodiversità dell’ambiente. Scelte non facili quando il vento tira altrove, verso pratiche intensive. Quest’anno la stagione del pascolo al centro Parco "Geraci" di Motta Visconti è stata aperta ufficialmente ieri: le dieci mucche presenti in questo momento trascorreranno nei prati il periodo fino a ottobre-novembre, spostandosi di volta in volta nelle cinque porzioni verdi da 4mila metri quadrati l’una, per dare il tempo all’erba di ricrescere. Si tratta di vacche di tipo Limousine e soprattutto Varzese. Quest’ultima, unica razza autoctona lombarda, ha rischiato di scomparire all’inizio degli anni Duemila e oggi – grazie al progetto del Parco e al lavoro della Provincia di Milano – sta tornando a conquistare il cuore degli allevatori. È una razza "rustica" la Varzese, più piccola delle altre ma dotata di grande capacità d’adattamento e dai costi di allevamento ridotti.

"In questi anni molte aziende sono state qui a vedere il modello "Geraci" – ha raccontato Michele Bove, responsabile del settore Agricoltura al Parco Ticino –. Il pascolo aumenta il benessere animale e riduce l’uso di mangimi e mais, quindi di prodotti chimici. Inoltre gli studi dicono che in questo modo carne e latte, oltre ad essere più buoni, contengono più omega 3, carotenoidi e grassi insaturi. Senza dimenticare i benefici per la biodiversità". Parecchi "inquilini" di queste zone l’anno già capito: lo scorso anno nel pascolo dei Geraci è infatti ricomparsa una specie protetta di uccello come l’Averla Piccola. "Il processo di cambiamento culturale è lento, ma procede bene – ha aggiunto la consigliera del Parco con delega all’Agricoltura, Silvia Bernini -. L’importante è trasmettere i messaggi giusti: ad esempio il formaggio di grande qualità e pasta di colore giallo non esiste solo in montagna, semplicemente dipende dall’alimentazione dell’animale. L’obiettivo è farlo diventare un alimento consumato anche qui. Colgo l’occasione per ringraziare chi ci ha aiutati nell’ultimo anno: Lara, Emma e Stefano. Oltre alle aziende "Arneri" e "De Geri" di Besate e Motta, che in caso di necessità ci danno una mano con i lavori al pascolo".