Turbigo, ritrovato il proprietario del Suv

E' stato rintracciato il conducente del veicolo finito nel Naviglio Grande giovedì mattina: si era nascosto nel box di casa

L'auto recuperata nel canale

L'auto recuperata nel canale

Turbigo (Milano), 18 giugno 2021. Si è chiuso nel garage di casa, dove ha trascorso l'intera notte, spaventato per le "conseguenze" della sua disattenzione: quella per cui giovedì mattina il Suv che aveva parcheggiato fuori dall'abitazione - privo della protezione garantita dal freno a mano, che forse non era stato "tirato" come sarebbe stato necessario - era precipitato in discesa fino all'alzaia del Naviglio sottostante, all'altezza della centrale elettrica, per poi piombare in acqua. "Mistero" risolto, dunque, poco prima di mezzogiorno di oggi, dopo 24 ore di ricerche da parte di vigili del fuoco e carabinieri per dare un nome al conducente della macchina che nessuno, per tutta la giornata di ieri, era venuto stranamente a reclamare.

A scoprire l'auto ormai adagiata sul fondale erano stati giovedì mattina gli uomini che periodicamente percorrono il Naviglio per liberarlo dalle alghe. Quando a un certo punto la sarchiatrice si è bloccata, hanno capito che a fermarla c'era qualcosa di particolarmente ingombrante in fondo all'acqua. Un veicolo, appunto. Di lì a poco sono arrivati pompieri e sommozzatori. Il timore è che all'interno potesse trovarsi qualcuno. Quando il mezzo è stato riportato a riva, cessato almeno in parte l'allarme per l'assenza di persone nell'abitacolo, sono partite le ricerche. Grazie alla targa si è scoperto che il proprietario abitava nei paraggi. Che però si era reso irreperibile.

Un'intera giornata trascorsa a scandagliare le zone boschive circostanti. Inutilmente. Intorno a mezzogiorno, la soluzione del caso: i cani molecolari delle forze dell'ordine si fermano a ridosso di un garage di via Sant'Uberto, strada in pendenza che termina appunto sull'alzaia. Dentro c'è un uomo, sui quarant'anni, dall'aria disperata e impaurita. E' suo il Suv. Non ha avuto la forza di assumersi la responsabilità di aver commesso un errore, che sarebbero potuto capitare a chiunque, è quel che cerca di spiegare. E si è rifugiato nel garage. Dove nessuno avrebbe mai pensato di andarlo a cercare.