Turbigo rende onore al “suo“ imperatore

Per celebrare il bicentenario dalla morte di Napoleone verrà posata una stele e si pensa a un percorso storico-naturale

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I bambini delle medie ieri mattina hanno ricevuto in dono e letto nelle loro aule la poesia “Il Cinque Maggio“ di Manzoni. Nell’occasione sono state ricordate anche le parole di Bonaparte riferite a Turbigo e "all’ubertosa" valle del Ticino. È stato il momento che ha introdotto, a Turbigo, le celebrazioni che i comuni di Turbigo e Galliate hanno organizzato per ricordare i 200 anni dalla morte di Napoleone ma soprattutto gli avvenimenti che si svolsero in questo lembo di territorio, dapprima nel 1800 e poi nel 1859, che portarono all’Unità d’Italia. Nel tardo pomeriggio, proprio nei pressi del vecchio ponte sul Naviglio, dove transitò per ben due volte l’esercito francese, è stato deposto un quadro realizzato dall’artista Stefano Villa, dal titolo "Passage de Tisin ed prise de Turbigo par l’armée de réserve". Il dipinto mostra l’atto della fanteria francese indetta a respingere l’ultima carica della cavalleria austriaca sul ponte del naviglio Grande.

Gli eventi rievocativi proseguiranno il 14 maggio con una serata sul tema "Napoleone Bonaparte, Turbigo e le campagne d’Italia" moderata da Fabio Bertini dell’università di Firenze. Una stele-monumento verrà posta in via del Gabbone (all’Arbusta) il prossimo 2 Giugno a ricordo del capitano francese Ernest Vanéechout colpito vigliaccamente alle spalle da tiratori austriaci nel giugno del 1859 (militare le cui spoglie riposano nel cimitero cittadino).

"Con queste iniziative – afferma Daniele Solivardi dell’Associazione risorgimentale 3 Giugno 1859 – compiamo il primo passo di un lungo percorso che, siamo convinti, ci porterà alla costruzione dell’itinerario Napoleonico nel parco del Ticino e lungo i navigli che aggiungerà, alla bellezza dei nostri territori e monumenti, l’attrattiva della storia e della cultura. Questi eventi, fortemente voluti nonostante le restrizioni che ancora ci affliggono, sono la dimostrazione della volontà di rinascita delle nostre comunità, di ritorno alla normalità attraverso la cultura e l’aggregazione".

Giovanni Chiodini