"L'azienda deve dimostrare l'intenzione di mantenere i livelli occupazioniali e di non chiudere lo stabilimento di Nerviano". Dopo l'assemblea che si è svolta oggi, e che ha visto la partecipazione della quasi totalità dei lavoratori, continua lo scontro fra sindacati e proprietà di Teva, la multinazionale farmaceutica che ha annunciato l'intenzione di chiudere lo stabilimento di via Pasteur a Nerviano entro il luglio del 2022 lasciando senza lavoro 360 dipendenti. Dopo l'incontro di questo pomeriggio con il sindaco Massimo Cozzi, i sindacati annunciano l'intenzione di proseguire. "Chiederemo un incontro in Regione Lombardia e poi ci rivolgeremo al ministero per lo Sviluppo economico - afferma Marco Napoli della Femca Cisl -. Nel frattempo vorremmo organizzare una nuova riunione con la proprietà, questa volta non da remoto bensì in presenza e in un luogo istituzionale ovvero la sede di Assolombarda". I lavoratori sono in stato di agitazione e hanno dato mandato ai sindacati di esplorare tutte le soluzioni possibili: "C'è un grande attaccamento da parte dei dipendenti a questa azienda. Nonostante l'annuncio della volontà di chiudere, stanno tutti continuando a lavorare. Anche perché l'azienda non ha mai avuto problemi di volumi produttivi. Anzi. Sino a pochi mesi fa, i vertici chiedevano ai dipendenti di fare gli straordinari. Per non parlare del fatto che Teva a Nerviano non ha mai fatto neppure un'ora di cassa integrazione".
Nonostante il ruolo di primo piano nel mondo dei farmaci salvavita e antitumorali, sembra che Teva non sia riuscita a inserirsi nella corsa i vaccini anticovid. "Non abbiamo ancora capito come sia stato possibile - sottolinea Napoli -. Teva è una delle poche società a non essere riuscita a incrementare il proprio business e vorremmo capire il motivo. In ogni caso non ci interessano gli incentivi economici. Vogliamo solo una cosa: che il sito produttivo di Nerviano rimanga aperto. E siamo disposti a valutare ogni genere di iniziativa affinché questo possa avvenire".