Tentò di incastrare la collega Lia Vismara: l’ex comandante Furci chiede la scarcerazione

L’ex capo della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio aveva nascosto cocaina sotto il sedile dell’auto: un gesto di vendetta per il licenziamento subito

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CORBETTA (Milano)

Si dice provato dal periodo di detenzione, si professa innocente e chiede la scarcerazione Salvatore Furci, ex comandante della polizia locale di Trezzano, finito in carcere dopo aver tentato di incastrare la collega al vertice del comando di Corbetta, Lia Vismara (foto). Un piano ben architettato: l’uomo aveva fatto nascondere alcune dosi di cocaina sotto il sedile dell’auto di Vismara. Ieri si è tenuta la prima udienza del processo per l’ex comandante, difeso dai legali Gabriele Minniti e Paola Bonelli. Gli avvocati hanno annunciato che nei prossimi giorni presenteranno un’istanza di concessione dei domiciliari per Furci, arrestato il 13 aprile con le accuse di calunnia e detenzione di droga. Il giudice della prima sezione penale di Milano ha rinviato il procedimento al 14 settembre, perché riassegnato dalla presidenza del Tribunale al giudice Maria Pia Blada della quarta penale. I legali parlano di un uomo "convinto della propria innocenza e vuole dimostrarla al processo – ha detto l’avvocato Minniti –. È provato dalla detenzione. I domiciliari consentirebbero di escludere la reiterazione del reato". Ma sull’istanza di scarcerazione, a cui si è opposta la procura, dovrà decidere il nuovo giudice titolare del processo. A inizio maggio, il Riesame di Milano aveva già confermato la misura in carcere, mentre il 20 maggio il Tribunale del Lavoro di Milano ha dichiarato illegittimo il licenziamento di Furci e condannando il Comune di Corbetta, dove prima lavorava l’ex comandante, a un risarcimento di oltre 10mila euro. La vendetta di Furci era partita dalle ostilità con la comandante Vismara, accusata di averlo licenziato ingiustamente. Francesca Grillo