Legnano, il malato? Si cura a casa con la telemedicina

Dopo le prime sperimentazioni avviate quattro anni fa in alcuni reparti l’ospedale di Legnano estende il servizio d’intesa coi medici di famiglia

Il primario del reparto di Medicina dell’ospedale di Legnano Antonino Mazzone

Il primario del reparto di Medicina dell’ospedale di Legnano Antonino Mazzone

Legnano (Milano) -  La telemedicina è destinata a mutare il rapporto medico-paziente e territorio-ospedale. L’Asst Ovest Milanese su questo fronte è all’avanguardia già da diversi anni e, ora che anche le leggi regionali puntano verso questo obiettivo, sta per mettere a punto un sistema per la sorveglianza della terapia anticoagulante orale. Questa terapia è di grande importanza per la prevenzione e la cura delle malattie tromboemboliche. Sino ad oggi, di regola, veniva gestita attraverso la definizione di piani terapeutici dettati dagli ambulatori dedicati (chiamati con gli acronomi Nao e Tao). Nel periodo post Covid, quando non si poteva ancora andare in ospedale, questi piani sono stati valutati automaticamente. Da giugno l’Aifa ha autorizzato i medici di famiglia a prescrivere nuovi anticoagulanti orali e antagonisti della vitamina K anche senza piano terapeutico dello specialista.

Ieri mattina questo argomento è stato oggetto di discussione in un incontro con i medici di base promosso dal Fadoi con la collaborazione del primario di Medicina dell’ospedale legnanese, Antonino Mazzone, alla presenza degli specialisti che operano negli ambulatori. "Ai medici - dice il primario - verranno date le indicazioni corrette su come operare, per i dosaggi da prescrivere ai pazienti sulla base dei dati della funzionalità renale, su quando interrompere la terapia, quando riprenderla...". "Nel nostro territorio abbiamo oltre cinquemila pazienti in carico all’ambulatorio Tao e Nao. Molti di loro sono anziani. Se invece di farli venire in ospedale è il loro medico di base che determina il piano, il paziene ottiene un indubbio vantaggio". Il rapporto tra medici ospedalieri e medici di base è fondamentale per la cura dei pazienti, soprattutto quelli con patologie complesse.

«Questa collaborazione si è sviluppata nel tempo. Eravamo stati antesignani una ventina di anni fa quando, come specialisti, andavamo negli ambulatori dei medici. Adesso stiamo portando avanti dei progetti di telemedicina. Abbiamo già degli ambulatori in cui abbiamo lasciato degli slot in cui il paziente si collega con lo specialista per la visione degli esami, i piani terapeutici e le prescrizioni. In tempo reale al paziente arrivano a casa ricette e impegnative. Lo facciamo già per la pneumatologia e adesso inizieremo anche con le terapie anticoagulanti. Questo ci permetterà di fare un salto di qualità non indifferente". "Il malato che dialoga con lo specialista in presenza del suo medico si sente protetto". Per realizzare questo progetto, oltre alle sperimentazioni già in atto, servirebbero il supporto legislativo e tecnico. "La Regione - dice Mazzone - ci sta già lavorando. Ora servirà definire una struttura informatica che risponda a due aspetti: che sia semplice e facile da gestire e che garantisca la privacy".