Piste ciclabili e marciapiedi, a Legnano la buca è servita

Asfalto sconnesso anche in alcune delle strade principali: la mobilità dolce rimane un miraggio se manca la sicurezza

Un marciapiedi di via San Bernardino a Legnano

Un marciapiedi di via San Bernardino a Legnano

Legnano (Milano), 21 luglio 2020 - Piste ciclabili, strade e marciapiedi: la vera emergenza a Legnano è questa. Perché se non si riesce a circolare in sicurezza difficilmente si potrà pensare di usufruire del Parco Castello, di partecipare agli eventi organizzati a Palazzo Leone da Perego, di osservare la qualità delle acque dell’Olona. Diventa persino difficoltoso andare a fare shopping o a lavorare. Chi si muove in bicicletta lo sa bene. Basti pensare a una delle strade più frequentate, ovvero quella via Melzi che più che una strada sembra un percorso accidentato per le due ruote. Questa strada è dotata di una pista ciclabile soltanto poco prima del territorio di Rescaldina, testimonianza evidente della scarsa lungimiranza in tema di mobilità sostenibile di chi ha amministrato negli ultimi decenni: sono diversi i lavoratori che percorrono via Melzi durante la pausa pranzo per tornare a casa e ritornare in azienda.

Peraltro la pista ciclabile in territorio rescaldinese presenta a tratti condizioni pessime per quanto riguarda fondo stradale e invasione fino ad oggi inarrestata della vegetazione circostante. Non solo problemi stradali. La pista ciclabile in viale Gorizia è stata sistemata di recente e in effetti è in perfette condizioni. Peccato per quei “jersey” in cemento che separano la carreggiata dalla pista ciclabile e che, in caso di incidente, potrebbero procurare danni ben peggiori rispetto a una caduta sull’asfalto. Per non parlare del fatto che diverse zone della città sono del tutto scollegate tra loro e quindi non raggiungibili in bicicletta.

A proposito di cadute e danni: quello dei marciapiedi era un problema un anno fa, quando il commissario prefettizio era appena stato nominato e continua ad essere un problema enorme ancora oggi che il suo mandato volge al termine. Solo nelle periferie? No. Il paradosso si chiama “corso Magenta”: i lavori si sono limitati a via Ratti, quindi il tratto di corso Magenta che porta dal centro verso il cimitero monumentale ha ricevuto soltanto i disagi per diverse settimane. Alcuni marciapiedi non sono semplicemente “ammalorati”: sono proprio pericolosi tanto per chi vi cammina con passeggini o monopattini - già, esistono anche incivili che sfrecciano con i monopattini laddove dovrebbero camminare soltanto i pedoni - quanto per chi vi cammina in autonomia o con l’ausilio di un bastone. Centro, semicentro e periferia legnanese sono accomunate dal degrado di attraversamenti pedonali, marciapiedi e tappetini d’usura delle strada usurati ormai da troppo tempo. Con buona pace di chi sta cercando di promuovere una mentalità maggiormente rispettosa dell’ambiente anche attraverso la diffusione della “mobilità dolce”. Incentivi, ecobonus, campagne di sensibilizzazione: tutto inutile, se poi si rischia di cadere a ogn passo o pedalata. E, si badi, i percorsi protetti come le piste ciclabili non rappresentano un vezzo per i ciclisti: meno inquinamento per le strada significa anche, ad esempio, minore necessità di ricorrere alle famigerate domeniche senza auto per abbassare il livello di polveri sottili nell’aria.

Probabilmente sarebbero proprio piste ciclabili, strade e marciapiedi i primi punti da sistemare all’interno dei nascendi programmi elettorali di chi si candida alle prossime Amministrative. Per le grandi opere o i tormentoni che ormai si agitano davanti ai cittadini legnanesi da anni il tempo non manca, per questi interventi di primaria importanza è già finito da un pezzo.