Crisi alla Stf di Magenta: 50 posti a rischio

L’azienda metalmeccanica di «famiglia» cede il timone a un nuovo amministratore delegato, aumenta il numero di dipendenti che potrebbero perdere il posto di lavoro al termine della cassa integrazione straordinaria

Ermano Alemani della Fim Cisl

Ermano Alemani della Fim Cisl

Magenta (Milano), 11 novembre 2016 - Nuvole scure sopra la storica Stf di Magenta. Il numero dei dipendenti che dovrebbero perdere il posto di lavoro al termine della cassa integrazione straordinaria è salito a cinquanta, mentre il quadro delineatosi nei mesi scorsi avevano lasciato intendere che sarebbero stati circa trenta. Lo ha confermato l’azienda nell’ultimo tavolo tenuto con i sindacati e con l’amministrazione comunale magentina, che si sta interessando da vicino della vicenda. L’attuale amministratore delegato, Roberto Trifone, ha illustrato e confermato la situazione di crisi del settore e dell’azienda, comunicando che le difficoltà strutturali prevedono per il maggio del 2017, data in cui terminerà la cassa, la necessità di tagliare una cinquantina di posti di lavoro, collegati soprattutto al comparto produzione.

Ma le sorprese non sono finite qui. Si attendono rivoluzioni anche ai vertici dell’azienda metalmeccanica. Trifone ha comunicato che il Consiglio di amministrazione ha deciso di assumere un nuovo amministratore delegato che inizierà a operare dal 1° gennaio 2017. La svolta dovrebbe riguardare, in futuro, anche altri ruoli operativi di responsabilità che non saranno occupati dai componenti della famiglia. Roberto Trifone, comunque, ha garantito che non si tratta di una «fuga» da parte della famiglia, che si impegnerà a definire le strategie aziendali future rimanendo presente nel consiglio di amministrazione. «Purtroppo per ora i problemi rimangono tutti e aumenta il quadro di incertezza – ha commentato Ermano Alemani, della Fim Cisl –. L’azienda ha spiegato che può fare affidamento solo nel mercato e nei margini di guadagno. Questo significa che, a oggi, non esiste un piano industriale concreto ma solo un piano di ridimensionamento occupazionale che non riguarderà solo la produzione». Alemani si è espresso anche in relazione al cambio nei vertici della Stf: «Affidarsi a un manager esterno è una scelta legittima, ma non sappiamo con che mandato il nuovo a.d. sarà chiamato a operare e attendere fino a Gennaio non aiuta. Abbiamo chiesto all’azienda di assumersi le proprie responsabilità fino in fondo, anche rispetto a strumenti come i percorsi di formazione, riqualificazione e ricollocazione dei dipendenti, che possono funzionare solo se verrà fatta al più presto chiarezza sulla situazione. Il fattore tempo è fondamentale».

La prossima settimana, intanto, i delegati sindacali incontreranno i lavoratori per fare il punto sul momento dell’azienda e ascoltare il loro pensiero al riguardo. La crisi della storica azienda magentina leader nel settore energia grazie alla progettazione e alla produzione di scambiatori di calore e caldaie industriali è cominciata nel 2015, quando è stata avviata la cassa integrazione ordinaria. Un evento verificatosi per la prima volta in oltre cinquant’anni dalla sua fondazione.