Spaccio nei boschi, è faida: altro pusher ferito a fucilate

Ancora sangue nelle aree verdi fra Legnano e Saronno nell’Alto Milanese. Esecuzioni e spedizioni punitive fra spacciatori: il territorio è sotto scacco

I rilievi sul luogo del ferimento

I rilievi sul luogo del ferimento

Cerro Maggiore (Milano) - Ferito alle gambe a colpi di fucile. Questo l’ennesimo fatto di sangue accaduto nei boschi al confine fra Alto Milanese e Varesotto. La zona è nota per la faida in corso fra bande di spacciatori di origini maghrebine e quanto accaduto ieri mattina rappresenta l’ultima goccia di una scia di sangue che sta proseguendo ormai da mesi a ridosso di tre parchi sovracomunali: Rugareto, Roccolo e Mughetti. Una scia che lascia morti e feriti, l’ultimo dei quali un 35enne di origine nordafricana colpito in un boschetto poco lontano dalla cava di Cerro Maggiore. L’uomo è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco alle gambe e si è trascinato fino alla statale 198 per chiedere aiuto alle auto di passaggio.

La chiamata da parte di alcuni cittadini al 118 ha fatto arrivare sul posto i soccorsi. L’uomo è stato caricato sull’elicottero e poi trasportato d’urgenza all’ospedale di Varese. Non è in pericolo di vita: se la caverà. Le indagini sono state affidata alla procura di Busto Arsizio e sul caso specifico indagano i carabinieri di Saronno. A un chilometro in linea d’aria dal fatto di sangue di ieri mattina, nell’aprile scorso era stato trovato il cadavere di un ventenne, Bouda Ouadia, spacciatore freddato con alcuni colpi alla nuca. L’uomo sarebbe l’ennesima vittima dei narcos nordafricani che ormai hanno in mano l’intero territorio. Ci sarebbero loro dietro l’omicidio di un altro ventenne, avvenuto un mese fa sul territorio di Vanzaghello. Lì è stato trovato il cadavere di un altro magrebino. Le ossa rotte, il viso ricoperto di bruciature di sigarette. Torturato altrove e ucciso, poi lasciato in una piazzola di sosta sulla statale che porta a Malpensa.

Nel 2019 sempre nei medesimi boschi, ci fu l’omicidio di Diop Modou Abib, un senegalese di Borgomanero trovato morto in un campo in prossimità dei boschi della droga e ucciso con un colpo di pistola. Il suo assassino è già stato scoperto: si tratta del marocchino Cherif Ahmed, che aveva freddato il senegalese, colpevole di avergli rubato due ovuli di droga del valore di meno di cento euro. Uno sgarro da pagare col sangue, ma che il suo killer non ha mai pagato invece con la giustizia. L’omicida, nonostante sia stato condannato in contumacia a 25 anni e 6 mesi di carcere, vive da uomo libero in Marocco, Paese che non prevede l’estradizione in Italia. Coi soldi dello spaccio si è pure costruito una casa per la sua famiglia. A parte questa incredibile vicenda, i riflettori sui boschi dello spaccio non si sono mai spenti. Roccolo, Rugareto e Mughetti sono i tre parchi in cui lo spaccio avviene ogni giorno da anni. Il tutto in maniera palese, quasi sfrontata, in pieno giorno sfruttando le strade vicinali che portano nei boschi. Chi sosta per alcuni secondi sulla strada viene subito raggiunto dal pusher di turno. Coca, eroina e fuma. Paghi e te ne vai. Così da anni.