Legnano, il sindaco Fratus al contrattacco: "Denunceremo per calunnia"

ll primo cittadino difende la correttezza del percorso seguito dopo le dimissioni

Il sindaco Gianbattista Fratus con l'assessore Ilaria Ceroni

Il sindaco Gianbattista Fratus con l'assessore Ilaria Ceroni

Legnano (Milano), 12 aprile 2019 - Prove di ripartenza per la giunta del sindaco Gianbattista Fratus, che ieri ha convocato una conferenza stampa per ripercorrere gli atti compiuti nelle ultime, convulse settimane, culminati nella surroga del consigliere Mattia Rolfi decisa dal commissario ad acta: un atto che va a ricostituire ufficialmente la maggioranza in consiglio e che quasi certamente provocherà anche un ricorso da parte dei consiglieri dimissionari e degli ex assessori dissidenti della sua giunta.  Con Fratus si è presentata la giunta quasi al completo, accompagnata da alcuni consiglieri comunali. Fratus ha difeso, spalleggiato dal vice sindaco Maurizio Cozzi, la correttezza di tutte le azioni messe in campo per salvare la sua maggioranza dopo le dimissioni degli ormai famosi dodici consiglieri più uno, in ordine temporale inverso. Del percorso che ha condotto sino al commissario ad acta si era già parlato in occasione dell’ultima conferenza stampa della maggioranza: da allora la novità è costituita solo dal procedere delle cose e, quando l’esito del procedimento è apparso certo, dalla successiva denuncia per falso in atto pubblico che ha riguardato il primo cittadino, presentata nei giorni scorsi ai carabinieri di Busto Garolfo da alcuni consiglieri dimissionari e assessori uscenti.

Su questo punto sono intervenuti insieme il sindaco Fratus e il vice sindaco Cozzi per spiegare la procedura seguita: «Mi si dice che avrei voluto ingannare il difensore – ha detto Fratus –. L’accusa dice che io avrei nascosto che i consiglieri si erano dimessi... All’istanza ho allegato i documenti del consiglio comunale, l’integrazione dell’ordine del giorno, e i verbali di consiglio del 26 marzo e del 27, dove come ovvio i consiglieri dimissionari neppure compaiono. Nella stessa data al prefetto di Milano ho inviato la memoria in cui specifico che nel consiglio del 27 il segretario ha preso atto delle dimissioni dei consiglieri. Stessa cosa nella lettera spedita al Ministero dell’interno. Non capisco chi avrei voluto ingannare. La cosa che che mi colpisce è che la denuncia sia stata presentata Busto Garolfo: un vero e incomprensibile affronto nei confronti delle forze dell’ordine legnanesi».

«Perché questa querela? – ha proseguito Cozzi – Per fare pressione sul difensore civico. Ora prepareremo noi una denuncia per calunnia: questa manovra fraudolenta messa in atto dai consiglieri dimessi ha portato un danno da 400mila euro al Comune bloccando le delibera su imposte e tasse. Verificheremo se il diminuito introito possa costituire danno erariale tale da presentare esposto alla Corte dei conti». Spiegato che chiamare in causa il commissario ad acta non è costato nulla, a differenza di quanto sostenuto in questi giorni, si arriva alle conclusioni. Qualsiasi cosa accadrà nelle prossime settimane, quanto successo ha costituito una netta linea di separazione tra il prima e il dopo nella politica legnanese. Una ferita difficile da rimarginare.