Robecco, tuffi vietati nel Naviglio: multe e proteste

Tanti i bagnanti che non rispettano il divieto di balneazione scambiando il Naviglio Grande per una piscina

 I cartelli per il divieto di balneazione nel Naviglio Grande

I cartelli per il divieto di balneazione nel Naviglio Grande

Robecco sul Naviglio (Milano), 10 luglio 2018 - Tanto caldo e tanti bagnanti che non rispettano il divieto di balneazione scambiando il Naviglio Grande per una piscina. Anche domenica pomeriggio diverse persone sono entrate in acqua all’altezza di via Ripa Naviglio, vicino al ponte di Robecco, infischiandosene dei divieti in bella vista sistemati dal Consorzio Villoresi, presieduto da Alessandro Folli, all’ingresso delle strade alzaie. Le guardie ambientali, volontarie che si prestano a garantire il servizio di vigilanza lungo le sponde, domenica pomeriggio, hanno sorpreso un giovane di Santo Stefano Ticino.

E' stato identificato e, probabilmente, verrà sanzionato. Tempo di lasciare la zona ed ecco che altre persone sono entrate in acqua. Riprese immediatamente dai volontari sono partite parole di fuoco da parte di alcuni bagnanti. Uno di questi si è perfino versato addosso una bottiglietta di birra irridendo il pubblico ufficiale che aveva davanti e dicendogli che non aveva fatto nessun bagno nel Naviglio Grande.

Ma si era semplicemente versato addosso della birra. I divieti di balneazione vengono imposti per ragioni di sicurezza, eppure sembra che a nessuno importi. Soltanto due settimane fa, nel Naviglio Grande a Bernate Ticino, un uomo ha perso la vita. Cercava soltanto un po’ di refrigerio e non ha resistito a buttarsi nelle acque del naviglio, all’apparenza tranquille. Basta un attimo, un malore che coglie all’improvviso e le correnti, in alcuni punti molto forti. E la disgrazia è dietro l’angolo. C’e’ anche un altro discorso da affrontare.

Viene meno il decoro, in una zona molto bella tra le ville storiche settecentesche e borgo Archinto, che molti trasformano in una specie di piscina dove tutto deve essere consentito. Compreso il disturbo alla quiete pubblica. Urla, schiamazzi, atti vandalici e tuffi nel naviglio. Molti robecchesi gradirebbero più civiltà in un’area dove il turismo può crescere grazie alle sue brezze storiche e naturali. Dall’inizio dell’estate sono almeno una decina i ragazzi ripresi dai volontari perché non rispettavano il divieto di balneazione, nel solo tratto che separa Robecco da Cassinetta di Lugagnano. Di fatto però, visto che i controlli sono sporadici, non passa giorno che qualcuno non si tuffi nel canale.