Legnano, chiude il ristorante Tgarba: "Sconfitti dalla crisi"

Addio al locale presente da dodici anni nel quartiere della Canazza. "Impossibile tenere aperto, andiamo a lavorare da dipendenti in Toscana"

Giacomo Presenti e Marzia Cerimedo hanno deciso di voltare pagina

Giacomo Presenti e Marzia Cerimedo hanno deciso di voltare pagina

Legnano (Milano) -  I fornelli del ristorante legnanese Tgarba non si riaccenderanno più. Gli effetti delle restrizioni hanno inferto un colpo troppo pesante al locale dall’animo toscano che da dodici anni – prima come bar, poi come trattoria – ha rallegrato (e rimpinzato) il quartiere Canazza, e tutta Legnano. Alla fine Giacomo Presenti e la moglie Marzia Cerimedo, di 56 e 55 anni, hanno deciso di chiudere i battenti e lasciare la città, per tornare a Suvereto, in Toscana, dove si erano conosciuti vent’anni fa mentre Marzia, legnanese da generazioni, era in vacanza.

Staranno dai genitori di Giacomo insieme ai loro due figli di undici e diciassette anni; lavoreranno come dipendenti durante la stagione estiva, poi si vedrà. "Alla fine ci hanno salvati ancora i nostri vecchietti – prova a scherzare Marzia -. Qui non vedevamo più futuro dopo la pandemia: le vittime del Covid non sono solo quelle che hanno contratto la malattia ma anche tanti ristoratori come noi. È stata una scelta dolorosa ma le chiusure imposte dopo la scorsa estate ci hanno distrutti, anche psicologicamente. Ti portano a fare brutti pensieri. Ora ci permettono di riaprire solo all’esterno, dove il nostro ristorante ha pochissimi posti. E poi? Cosa succederà? Questo mese abbiamo preso la decisione definitiva".

Marzia e Giacomo hanno ripercorso le difficoltà dell’ultimo anno, fattesi sempre più pesanti man mano che il lavoro mancava. Il Tgarba ha provato in ogni modo a resistere, anche con l’asporto, ma non è stato sufficiente. "Le spese sono rimaste praticamente invariate: l’affitto di 1.250 euro al mese, il mutuo, le utenze, le tasse. Le banche che non ci hanno aiutato perché siamo ristoratori e considerati "vecchi". Quali garanzie avremmo potuto offrire?".

E poi i ristori del Governo: cinquemila euro tra marzo e novembre, poi più nulla. Il passaggio da bar a ristorante compiuto tra il 2019 e il 2020, infatti, non ha permesso ai due titolari di raggiungere il 33 per cento di perdite sull’incasso, che avrebbero garantito ulteriori aiuti economici, aggiungendo così la beffa al danno. Pur nelle difficoltà i due coniugi hanno voluto ringraziare Legnano per l’ondata di affetto che si è riversata su di loro alla notizia della chiusura del Tgarba. «Abbiamo ricevuto tantissimi messaggi e telefonate, la gente era incredula – racconta ancora Marzia –. Una signora si è anche offerta di prestarci dei soldi ma abbiamo rifiutato, c’è troppa incertezza sul futuro. Mi dispiace tanto lasciare il luogo dove sono nata, anche per i miei figli, ma alla fine era l’unica soluzione". E Giacomo? "Lui, toscano di nascita, ha sempre detto che Legnano è la sua città. Ce ne andiamo con tanta amarezza. Tornare? Chi lo sa, magari un giorno".