Rescaldina, chiude l'osteria confiscata alla 'ndrangheta: conti in rosso

La cooperativa Arcadia lascia la gestione nonostante i correttivi degli ultimi mesi, ristorante chiuso momentaneamente

La Tela di Rescaldina

La Tela di Rescaldina

Rescaldina (Milano), 18 settembre 2018 - L’osteria del «buon essere», ma forse non sempre della virtuosa gestione. La Tela - ristorante nato in un immobile sequestrato a una famiglia ritenuta vicina alla 'ndrangheta - ha chiuso i battenti, per ora momentaneamente, senza neanche essere riuscita a festeggiare il proproprio quarto Natale di attività (era stata aperta nel novembre del 2015). Un paradosso per il simbolo della legalità sul territorio, visto  che il ristorante che vi si trovava all’interno prima che l’immobile fosse sequestrato a una famiglia ritenuta vicina alla ’ndrangheta è rimasto aperto per molto più tempo. La motivazione sembra essere delle più tristemente classiche per un’attività commerciale: mancanza di fondi. Un bilancio in rosso per i primi due anni e ora, da marzo, un ritorno anche se tardivo in carreggiata grazie ad alcuni correttivi. Insomma, i conti non tornavano. «Arcadia ha perso diversi appalti - spiega il sindaco Michele Cattaneo -, fra cui anche uno con il Comune di Rescaldina e così sono arrivate alcune difficoltà nel sostegno economico della Tela. La cooperativa ha tardato nel pagamento degli stipendi di alcuni mesi, recuperando poi. Quella di un ristorante è un’attività diversa rispetto a molte altre e così anche il rapporto con i fornitori deve essere più immediato. Arcadia ha così preferito lasciare questo «ramo d’azienda» e concentrarsi sul proprio settore principale, ovvero quello della manutenzione del verde». A incidere su questo cambio è stato anche il nuovo corso all’interno di Arcadia: un cda rinnovato e anche un nuovo responsabile.

Più che un addio, però, sarebbe un arrivederci a presto, secondo il sindaco: «Quello che più mi preme è garantire continuità occupazionale ai sette dipendenti che lavorano alla Tela. Per i beni confiscati alla ’ndrangheta, le pubbliche amministrazioni non sono obbligate a indire un bando, quindi valuteremo entro breve il da farsi per cercare di fare riaprire il ristorante il prima possibile. Il nuovo gestore dovrà comunque essere un’associazione senza scopo di lucro e rispondere ai criteri del progetto che era stato presentato dalla precedente Amministrazione comunale. Quel progetto è e rimarrà valido, per noi è l’unica linea guida da seguire».