Rescaldina, ex dipendenti Auchan vincono il ricorso: Conad deve reintegrarli

Il giudice del tribunale di Busto Arsizio ha deciso che la nuova proprietà dovrà reintegrare gli otto lavoratori inizialmente esclusi e pagare gli arretrati

Una delle prime proteste dei lavoratori Auchan dopo l'acquisizione da parte di Conad

Una delle prime proteste dei lavoratori Auchan dopo l'acquisizione da parte di Conad

Rescaldina (Milano), 18 febbraio 2022 - Già dipendenti di Auchan, non avevano aderito al piano di incentivazione all’esodo proposto dalla nuova proprietà e avevano infine deciso di impugnare la mancata ricollocazione: a distanza di sedici mesi dal ricorso degli otto dipendenti il giudice del tribunale di Busto Arsizio ha infine deciso l’illegittimità della scelta aziendale e ordinato il reintegro oltre che il pagamento degli arretrati.

A darne notizia è il segretario di Filcams Ticino Olona, Fabio Toriello: "Il 15 febbraio si è tenuta la seconda udienza del ricorso presentato dalla Filcams Cgil Ticino Olona, sostenuto dagli avvocati Luigi De Andreis ed Emanuela Casali, nei confronti di Conad, in relazione al mancato passaggio delle lavoratrici e dei lavoratori operativi presso il punta vendita della ex Auchan di Rescaldina, esclusi dalla nuova gestione - riassume Toriello -. Nel corso della trattativa tenutasi per il trasferimento dai 300 dipendenti impiegati all'epoca all'ex Auchan, solo 200 ebbero la "fortuna" di passare alla nuova proprietà con decorrenza primo ottobre 2020".

Molti decisero di aderire al piano di incentivazione all'esodo proposto dalla subentrante, ma non tutti: otto lavoratori, tra cui una coppia di coniugi con due figli a carico, non vedendosi riconoscere il diritto al passaggio, sostenuti dalla federazione della Cgil, decisero di impugnare la mancata ricollocazione verso il nuovo player commerciale. "A distanza di sedici mesi il giudice - spiega Toriello - ha sancito l'illegittimità della scelta aziendale praticata in sede di accordo sindacale, non sottoscritto dalla Cgil, riconoscendo alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto all'immediato reintegro sul posto di lavoro. Inoltre è stato disposto il pagamento delle retribuzioni arretrate a decorrere dal primo ottobre 2020 a oggi".

Secondo Filcams Cgil, "è una sentenza che conferma l'irragionevole e infondata posizione aziendale che abbiamo sin da subito contrastato poiché ritenevamo ingiusto procedere all'esclusione di lavoratori che avevano, a nostro avviso, pieno diritto alla ricollocazione. Un'importante vittoria in termini sindacali poiché la stessa evidenzia la centralità del diritto al lavoro ristabilendo cosi la dignità violata delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti".