Rescaldina, esplode e crolla palazzina: stazionari i feriti gravi, altri dimessi

Ancora da chiarire la causa di quanto accaduto: non si esclude nessuna pista

Difficile compiere rilievi fra i resti della casa

Difficile compiere rilievi fra i resti della casa

Rescaldina (Milano) 1 aprile 2018 - Critiche, ma stazionarie, le condizioni dei feriti causati dal crollo di una palazzina a Rescaldina, nel Milanese, a seguito di un'esplosione dovuta al gas. Lo hanno confermato i carabinieri che conducono gli accertamenti. Rimangono quindi in prognosi riservata i componenti della famiglia coinvolta più da vicino nella deflagrazione, mentre gli altri feriti "sono stati dimessi o sono in corso di dimissione", ha riferito Michele Cattaneo, sindaco della cittadina a Nord di Milano.

Dei nove coinvolti nel crollo (cinque quelli finiti fisicamente sotto le macerie) i più gravi sono un papà e una mamma, e i loro due bambini, che vivevano al piano terra: si tratta di due fratellini di 6 e 10 anni, il primo ricoverato al Regina Margherita a Torino, il secondo al Niguarda di Milano; la madre di 51 anni, che ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 60% del corpo; e il padre di 45, con ustioni di terzo grado sul 98% del corpo. 

A causare la deflagrazione – secondo i primi rilievi dei vigili del fuoco e dei carabinieri di Legnano coordinati dalla Procura di Busto Arsizio – il livello di saturazione di gas raggiunto all’interno del loro appartamento. Una casa decorosa, classiche villette bifamigliari tipiche dell’hinterland milanese. Non troppo lontane dal centro e dalla stazione per raggiungere la metropoli lombarda. Una situazione solo in apparenza però idilliaca. La famiglia, com’è emerso nelle ore successive al disastro, si trovava in difficoltà economiche. Di cui pochi erano a conoscenza, tanto meno sul luogo di lavoro del capofamiglia. A quanto si è appreso, infatti, sarebbe stata sfrattata entro pochi giorni: il provvedimento era già esecutivo.

Gli inquirenti, rimasti fino a sera sul posto, dovranno ora capire cosa sia accaduto, cosa abbia innescato la fuga di gas che ha invaso l’abitazione e, soprattutto, accertare eventuali responsabilità. Di certo, quel che è emerso è che l’esplosione non va in alcun modo attribuita alla caldaia, posizionata all’esterno come prevede la nuova normativa (la palazzina è stata edificata dieci anni fa): è rimasta infatti intatta nonostante la deflragrazione. La Procura di Busto ha aperto un fascicolo "per crollo colposo di edificio". Al momento contro ignoti, come ha confermato il procuratore capo Gianluigi Fontana. Nessuna pista viene esclusa. Dal malfunzionamento dell’impianto della rete del gas al gesto volontario.