Quei segnali di pericolo Poi il dramma

Quei segnali  di pericolo  Poi il dramma

Quei segnali di pericolo Poi il dramma

Quel nuvolone era il segnale che la situazione stava diventando pericolosa. Lo dicono in tanti a Sesto Calende e nella frazione di Lisanza, quindi mai sfidarlo. Domenica nel tardo pomeriggio, prima della tragedia, chi conosce il lago i segnali li aveva notati, segnali che annunciavano il maltempo che poi si è abbattuto con violenza trasformando il tratto di fronte a Lisanza nel tragico scenario del naufragio del “Good…uria“.

Una tragedia con quattro vittime che oggi è cronaca, ma che diventerà poi parte della storia della cittadina. Mai però un evento così grave in passato, con un bilancio di vite spezzate così pesante, tuttavia nei più anziani la tragedia di domenica ha riportato alla memoria quanto avvenne nel mese di dicembre 1935 quando morirono due giovani, Cesare Cueroni e Biagio Cardani, ricordati con una lapide nel cimitero della frazione di Lisanza. Furono inghiottiti dalle acque gelide dopo il ribaltamento della loro barca, con gli stivali e i vestiti invernali non riuscirono a nuotare e a salvarsi, il lago la loro tomba, i corpi non furono ritrovati.

Domenica diciannove delle ventitré persone a bordo si sono salvate, per quattro invece non c’è stato scampo. Ma intorno alla tragedia del “Good…uria“ ora c’è un alone di mistero e riguarda la comitiva, 21 passeggeri, 13 israeliani e 8 italiani, pare che fossero per la maggior parte agenti segreti o ex agenti. Stavano trascorrendo la giornata sul lago, senza il ribaltamento della barca e le quattro vittime, due agenti italiani e l’ex agente israeliano, sarebbe rimasto top secret il loro passaggio sul Verbano.

Ros.For.