Legnano, 25 aprile col silenziatore: vietato il concerto dei Punkreas

Il Comune nega l’autorizzazione per questioni di sicurezza: scoppia la polemica

La polemica immagina postata dai Punkreas sul loro profilo Facebook

La polemica immagina postata dai Punkreas sul loro profilo Facebook

Legnano (Milano), 24 aprile 2018 - Questioni di sicurezza. Questa la ragione con la quale è stato annullato il concerto dei Punkreas previsto domani al centro sociale «Il Salice» del quartiere Mazzafame. Una decisione che era nell’aria già da giorni, se non da settimane. Ma che ha ricevuto ieri il sigillo dell’ufficialità facendo deflagrare polemiche e prese di posizione piccate da ambo le parti.

Il Comune si trincera dietro la necessità di garantire la sicurezza dell’evento, l’incolumità di quel migliaio circa di partecipanti che, come nel 2017 del resto, si è assiepato sul prato del rione periferico: dopo i fatti di Torino dell’anno scorso – la finale di Champions in piazza San Carlo finita nel sangue con un morto e centinaia di feriti – e le norme più stringenti in materia, prima i vigili urbani per bocca del suo comandante Daniele Ruggeri, poi la Polizia di Stato con un ordine ufficiale di divieto del questore, hanno imposto un «niet» inderogabile al concerto dei Punkreas. La band, notoriamente legata ad ambienti di sinistra, non l’ha presa bene. Vedendo in questo no improvviso una motivazione chiaramente politica. In altre parole, la «vendetta» dell’amministrazione di centrodestra a trazione leghista al governo da un anno. «Fratus vieta il nostro concerto? Si tratta di una manifestazione che si svolge ininterrottamente dal 2015 nel medesimo posto, con le medesime autorizzazioni. Ma quest’anno, chissà perché, non si fa nulla – è la protesta del gruppo –. Prima il Comune ha negato patrocinio e finanziamento, poi i vigili hanno rifiutato i permessi. Cos’è cambiato allora? Semplice, che c’è la Lega».

Anche Giuseppe Assuntino del centro sociale Il Salice, nel ricostruire la vicenda, dalla prima richiesta d’incontro con l’assessore alla Cultura ad oggi, non nasconde la sua amarezza e lo stupore. «Ci siamo mossi per tempo – racconta – abbiamo chiesto anche un incontro col sindaco che ci ha detto che il concerto quest’anno non rientrava fra le manifestazioni ufficiali. Abbiamo allora deciso di organizzarlo noi. Quando è venuto fuori il problema della sicurezza sarebbe bastato parlarne, e avremmo preso le contromisure necessarie. Si sarebbe tutto risolto per tempo e l’evento si sarebbe tenuto»