Legnano, processo Fratus: Amga al centro di tutto

Secondo la difesa dell’ex sindaco a far scattare l’inchiesta ci sarebbe stata una trama ordita da alcuni vertici della partecipata

L'ex sindaco Gianbattista Fratus

L'ex sindaco Gianbattista Fratus

Legnano (Milano), 8 marzo 2020 - Un trio che avrebbe tramato contro Gianbattista Fratus, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini. Un trio, quello composto da Giovanni Geroldi, Lorenzo Fommei e Nicola Giuliano, che lega indissolubilmente il proprio nome a una delle società maggiormente controverse degli ultimi anni: Amga. Un nome noto anche fra gli imputati del processo Piazza Pulita, visto che proprio l’ex assessore ai Lavori pubblici Chiara Lazzarini ha ancora oggi un processo civile pendente dal 2015 - quello penale è andato in prescrizione dopo un’opposizione che la stessa Lazzarini aveva fatto nel 2018 -, e di cui proprio in questo processo si sta discutendo da mesi. Amga, la società partecipata dai Comuni nella quale quello di Legnano è socio di maggioranza. E quindi, per definizione, con un peso specificio maggiore rispetto agli altri soci. Amga, società contenitore di diverse altre realtà. Amga, società che sovrintende a diverse attività a Legnano ma anche nel territorio circostante. Amga che svolge funzioni importanti e le cui dinamiche sono quindi particolarmente intricate.

Nell’inchiesta che il 16 maggio ha portato all’arresto dell’allora primo cittadino Fratus, del suo vice Cozzi e dell’assessore, nominato da neppure tre mesi, Lazzarini, Amga è fra i protagonisti. Non soltanto perché uno degli episodi contestati ai quattro imputati riguarda proprio la nomina del direttore generale della società partecipata, ma anche perché secondo Maira Cacucci, legale difensore di Gianbattista Fratus, la “regia” da cui è partita l’inchiesta sarebbe stata proprio di marca Amga. È stato proprio l’avvocato di Fratus a fare venerdì durante la propria requisitoria al tribunale di Busto Arsizio i nomi di Giovanni Geroldi, Lorenzo Fommei e Nicola Giuliano. I vertici, seppur in momenti diversi, di Amga. "Cosa ha costituito il reale inizio di tutto? La denuncia querela avanzata da Nicola Giuliano - ha affermato Cacucci -. Il primo a depositare in Procura il “dossier Amga” è stato proprio Fratus, due settimane dopo è arrivato Giuliano. Quest’ultimo ha ritenuto di dover giustificare la propria condotta dopo aver ricevuto il dossier anonimo da Fommei, che ne aveva già parlato con Geroldi. Anche perché nel frattempo anche Andrea Grattarola, consigliere comunale, aveva portato il dossier in Procura. Quindi a quel punto un’inchiesta, dopo il deposito di tre segnalazioni del genere, sarebbe partita quasi sicuramente".

Un castello di accuse che il legale dell’ex primo cittadino ha ben circostanziato durante la requisitoria di venerdì pomeriggio. Una requisitoria che ha fatto seguito a quella degli avvocati di Chiara Lazzarini, ovvero Enrico De Castiglione e Alessandra Zanchi. I quali a loro volta avevano già menzionato Amga a proposito delle procedure utilizzate per la selezione del novero di nomi fra i quali determinare chi sarebbe dovuto essere il nuovo direttore generale della stessa partecipata. Selezione che poi non è andata a buon fine. "Non è stato commesso alcun reato, visto che non si è trattato di una gara in senso stretto. Questa procedura, quindi, non deve rispondere a criteri comparativi" hanno affermato gli avvocati.

I protagonisti del processo Piazza Pulita torneranno ora in aula venerdì 20 marzo per la requisitoria dell’avvocato Bernasconi, difensore di Gianbattista Fratus, e di Cesare Cicorella, legale che rappresenta Maurizio Cozzi. La sentenza del giudice Daniela Frattini è attesa per il 3 aprile.