Il rover Perseverance in giro per Marte: a prenderlo ci va il braccio di Nerviano

Nei laboratori Leonardo si lavora per assemblare le macchine della missione: "Un’opera di alta ingegneria"

Il rover Perseverance su Marte

Il rover Perseverance su Marte

Nerviano (Milano), 21 febbraio 2021 - Superati gli ultimi “sette minuti di terrore“ alla Nasa un lungo e caloroso applauso ha accompagnato, l’altra sera, la discesa su Marte del rover Perseverance, prima tappa della missione Mars Sample Return a cui partecipa anche l’Agenzia spaziale europea (Esa).

Lanciato in orbita il 30 luglio con un razzo Atlas dalla base Nasa di Cape Canaveral, in Florida, il rover ha raggiunto Marte (il cratere Jezero) dopo un viaggio di 480 milioni di chilometri durato poco più di 6 mesi. Il rover cercherà di scoprire se sul pianeta rosso ci sia o ci sia mai stata vita. Il suo compito, nei prossimi anni, sarà quello di raccogliere dei campioni di suolo che, inseriti in appositi contenitori, saranno depositati in luoghi strategici sul suolo marziano. Nel 2026 sarà lanciata la seconda missione: dopo un lungo viaggio, il Sample Retrieval Lander della Nasa, atterrerà su Marte insieme al Sample Fetch Rover dell’Esa e al Mars Ascent Vehicle che dovrà per recuperare i contenitori lasciati da Perseverance e prepararli a essere lanciati nell’orbita marziana. Da dove verranno captati e portati sulla Terra nel corso della terza ad ultima fase di questa missione, che si prevede si possa concludere tra dieci anni.

Leonardo, azienda italiana leader nella robotica spaziale, sta progettando e studiando a Nerviano i prototipi dei due bracci robotici che verranno montati sugli apparecchi in uso nella seconda missione, confermata nella sua fattibilità dopo il positivo esito della prima missione. Il braccio più piccolo e agile (avrà 6 gradi di libertà e sarà estensibile fino a circa 110 centimetri), dovrà essere montato sul rover dell’Esa. Si muoverà sul suolo per raccogliere con una "pinza" i contenitori. Il secondo, invece, più robusto (avrà 7 gradi di libertà e supererà i 2 metri di estensione), montato sul lander della Nasa, posizionerà i contenitori raccolti dal rover nella capsula che sarà lanciata in orbita.

«I bracci che stiamo progettando – affermano da Leonardo – saranno veri e propri gioielli della robotica e meccatronica, in grado di operare autonomamente in quanto il ritardo, fino a circa 20 minuti, delle comunicazioni tra Terra e Marte non permetterebbe di gestire i bracci in tempo reale". "I bracci robotici - spiegano dal centro nervianese - devono avere un grado di destrezza (cioè agilità nel compiere i movimenti) pari o superiore a quello di un braccio umano, tanto da avere diversi gradi di libertà chiamati polso, gomito e spalla. Anche i manipolatori, le mani, richiedono particolari attenzioni per assicurare la giusta presa dei contenitori per tutta la durata e in tutte le varietà dei compiti da eseguire".

C’è poi da tenere in considerazione che questi complessi sistemi opereranno nello spazio, che a sua volta pone ulteriori rischi tra cui le basse temperature di lavoro, le radiazioni e le vibrazioni e i carichi. «Marte, poi, è un ambiente ostile, le comunicazioni da Terra-Marte impiegano circa 20 minuti, e gli strumenti devono rispettare dei requisiti stringenti in termini di massa, volume e consumo di energia". Anche nella terza missione verrà coinvolta l’industria italiana con Thales Alenia Space, società partecipata da Leonardo, responsabile della fornitura del sistema di comunicazione che consentirà la trasmissione dati tra Terra, Orbiter e Marte e della progettazione dell’Orbit Insertion Module.