"Patto fra generazioni per salvare le imprese"

L’esempio dell’azienda di valvole Scarpa, fondata nel 1923 le cui redini sono passate oggi nelle mani dei nipoti Anna e Andrea

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di Giovanni Chiodini

Il settimo premio "Lavoro e Famiglia" è stato assegnato ieri mattina dall’Apil (l’associazione dei periti industriali e laureati legnanesi), nel settantesimo anniversario della sua fondazione, ad Albertina e Giuseppe Scarpa. La consegna è avvenuta in un’aula dell’Università Liuc al termine di un convegno in cui si è parlato del tema del passaggio generazionale alla guida di una azienda.

Gli Scarpa sono un esempio positivo di come una azienda possa evolversi negli anni restando sempre legata alla stessa famiglia, affrontando anche i temi della globalizzazione di un mercato internazionale che può mettere in difficoltà chiunque sia scarsamente preparato. I cugini Albertina e Giuseppe stanno seguendo le orme dell’azienda fondata nel 1923: loro sono la terza generazione ma già una quarta si sta muovendo nelle loro aziende, quella rappresentata da Anna e Andrea. Oggi Albertina e Giuseppe Scarpa guidano la Scarpa e Colombo, produttrice di valvole per i motori e fornitrice dei più rinomati marchi internazionali di costruttori, e la Freccia, società con sede a San Vittore Olona fondata nel 1992 con il proposito di commercializzare valvole nel settore ricambio, affiancandovi poi altre parti di motore e trasmissione. Il tema del ricambio generazionale è stato affrontato ascoltando le testimonianze di Giovanni Luoni amministratore delegato della Elba e di Silvia Paganini direttore commerciale della Tacchificio di Villa Cortese.

Il tema è stato introdotto da una ricercatrice della Liuc, Rafaela Gjergji, la quale ha sottolineato come il passaggio da una generazione all’altra nella gestione delle aziende deve contemplare quattro aspetti: la pianificazione, l’apertura (non necessariamente deve essere un componente della famiglia), la compresenza (il passaggio può anche comportare anni) e l’equità. Tutte questioni in cui Luoni e Paganini si sono riconosciuti. "Mio nonno - ha detto la Paganini - aveva pianificato già parecchio tempo prima come agire e lo ha fatto di conseguenza coinvolgendo tutti i parenti più stretti".