Parabiago, volontari in campo per riaprire il santuario 'dimenticato'

Alla Madonna di Dio il Sa ad ottobre due visite guidate e un obiettivo: valorizzare questo gioiello archiettonico

Il santuario della Madonna di Dio il Sa

Il santuario della Madonna di Dio il Sa

Parabiago (Milano) - Cittadini in campo per il santuario della Madonna di Dio il Sa, gioiello architettonico attribuito alla scuola di Bramante, sorto al confine tra Parabiago e Nerviano a cavallo fra il XV e il XVI secolo, dal 1914 monumento nazionale.

In cinque (Antonella Carta, Gisella Giudici, Flavia Macchi, Germano Marinello, Gabriella Nebuloni) hanno firmato un "patto di collaborazione" con l’amministrazione comunale di Parabiago. Il nome del progetto è beneaugurante: "Riapriamo il santuario". È il punto nodale. La chiesa è di proprietà della parrocchia di Parabiago e in comodato d’uso a quella di Nerviano. Sono del Comune di Parabiago la casa del custode e il terreno cinto da mura che ospitava un piccolo cimitero per le vittime della peste, probabilmente quella di San Carlo, che infuriò dal 1576 al 1577 (nella vulgata della zona è da sempre il "lazzaretto"). Il santuario è quasi sempre chiuso, salvo rare funzioni. Si tratta si riaprirlo come bene di tutti, farlo conoscere, valorizzarlo.

I cinque cittadini vogliono avere un ruolo attivo: nelle giornate di sabato 9 e sabato 23 ottobre saranno al santuario per visite guidate (tre, alle 14.45, alle 15.30, alle 16.15). Hanno preparato una scheda su Dio ‘l Sa. Si dedicheranno a interventi di riqualificazione dell’ex cimitero con la messa a dimora di piante, interventi condivisi con l’ufficio ecologia del Comune di Parabiago. Per le visite è necessario prenotare all’indirizzo mail riapriamoilsantuario@libero.it precisando l’orario prescelto, il numero dei partecipanti, nome e telefono. L’amministrazione si impegna per l’affiancamento di dipendenti comunali, nell’attività di progettazione e stampa di materiale illustrativo e nella promozione dell’iniziativa. Il “patto“ ha la durata di due anni.