Legnano, ricette, tradizioni e artigianato: Grazioli diventa università del pane

Nicolò, figlio dell’indimenticato Massimo, porta avanti la rivoluzione nel mondo della panificazione del mangiare sano

Nicolò Grazioli con la mamma

Nicolò Grazioli con la mamma

Legnano (Milano), 14 marzo 2017 - Da più di quarant’anni controcorrente inseguendo un culto: l’arte culinaria del pane, che per la famiglia Grazioli è una professione lunga tre generazioni. Se il panificio Grazioli per i legnanesi è un’istituzione, ciò lo si deve al suo capostipite Sergio Grazioli - proprietario di una piccola panetteria a Goito nel Mantovano prima di trasferirsi a Legnano nel ’73 - e di suo figlio Massimo, scomparso a luglio, autore di una vera rivoluzione alimentare che lo aveva portato a puntare prima di tutti sul biologico e sul lievito madre. In pochi anni l’attività ha cominciato a espandersi, conquistando anche il mercato milanese.

Oggi il negozio, conosciuto come “La bottega del pane”, è la casa di Nicolò Grazioli, 25 anni e con una laurea in Sociologia e Gestione d’impresa all’università Cattolica di Milano, che assieme alla sua famiglia conserva i segreti di un antico sapere allevato in casa. Con una particolarità rispetto agli altri panifici della zona: da qualche giorno oltre al profumo dei soliti manicaretti si può respirare anche quello della cultura. Accanto al bancone si erge infatti una piccola libreria che di quella tradizione raccoglie i fondamentali in alcuni manuali di ricette. Del resto da sempre la qualità è la stella cometa dell’azienda, che oggi conta una ventina di dipendenti, in nome di una vocazione all’artigianalità che si basa sulla ricerca di materie prime e grani antichi come le farine di Tumminia e del Senatore Cappelli (tra le pochissime a essere rimaste pressoché invariate da più di 500 anni), ma anche di ingredienti ricercati tra i quali il sale di Pirano e il mais Corvino.

«Da mio padre ho imparato che l’utilizzo di certi prodotti è fondamentale per ottenere risultati eccelsi», spiega Nicolò Grazioli, che ha trasformato la sua attività in una piccola “università” per imparare a fare il pane come si deve. «Volevo portare a termine un progetto iniziato da mio padre - sottolinea -. Lui aveva già avviato alcuni corsi di panificazione domestica in collaborazione con Slow Food e io ho cercato di dargli un risvolto più pratico. Ma abbiamo anche altri eventi in cantiere. Il 22 aprile i nostri fornitori verranno da noi per spiegare le proprietà organolettiche delle farine».