Cuggiono, esami confusi in corsia: gli consegnano il referto sbagliato del test Holter

Il caso di un 65enne di Canegrate: "Abbiamo rischiato in due di mettere a repentaglio la salute"

Salvatore Verulento

Salvatore Verulento

Cuggiono (Milano), 7 giugno 2019 - «Pronto è l’ospedale: gli esami che ha in mano non sono i suoi...». È rimasto incredulo di fronte a quella telefonata che, dopo ben sei mesi da quando aveva fatto gli esami per il cuore, lo aveva spiazzato. Salvatore Verulento, canegratese classe 1953 e conosciuto da tutti a Canegrate per essere ormai da anni nell’Atletica del paese, si era recato per l’«Holter cardiaco» nell’ospedale di Cuggiono che dipende dalla Asst-Ovest Milanese di Legnano. Si tratta di un elettrocardiogramma dinamico completo e un test non invasivo e indolore, che permette di registrare 24 ore su 24 l’attività elettrica del cuore.  «Soffro di fibrillazione atriale – spiega Salvatore Verulento –. Così periodicamente mi devo sottoporre a esami del cuore. A gennaio mi sono quindi recato a Cuggiono per questi esami che poi mi hanno ridato. Nella cartelletta anteriore c’era il mio nome, quindi non ho avuto alcun sospetto». Con gli stessi dati in mano delle analisi effettuate, Salvatore poi effettua delle visite specialistiche per definire terapie e medicinali da assumere.  «L’altro giorno mi chiamano dall’ospedale di Cuggiono e mi dicono che le mie analisi ce le hanno loro e di passare a ritirarle che c’è stato un disguido. Mi chiedo come sia possibile accorgersi dopo sei mesi di un errore del genere». In effetti dentro la cartelletta sulle analisi compare il nome di una donna, classe 1934. Le analisi in mano a Salvatore sono di questa persona. «Sono passati diversi mesi in cui io e questa persona abbiamo comunque rischiato di mettere a repentaglio la nostra salute per un banale, ma incredibile errore da parte di chi avrebbe dovuto soltanto consegnarci le nostre rispettive analisi. Sono rimasto di sasso quando l’ho saputo anche perché ho iniziato terapie in base ai risultati e credo che l’altra persona abbia fatto la stessa cosa». Di avvocati però Salvatore, almeno per il momento, non ne vuole sentire parlare: «Non ho intenzione di fare causa perché in queste cose non sai mai come si va a finire, ma visto che si parla spesso di malasanità, stavolta nel trappolone ci sono finito io».