Vanzaghello, torturato e pestato a morte: "Forse un pusher, situazione fuori controllo"

Un mese fa un ’esecuzione simile nella zona fra Rescaldina e Gerenzano. Nonostante la pressione delle forze dell’ordine lo spaccio dilaga e fa paura

Nastri bianchi e rossi nella zona del ritrovamento del corpo

Nastri bianchi e rossi nella zona del ritrovamento del corpo

Vanzaghello (Milano) -  Lo hanno trovato a terra, senza vita, con il corpo devastato. Per un giovane, probabilmente di nazionalità marocchina, non c’era nulla da fare quando sono arrivati i soccorritori della Croce Azzurra di Buscate e l’équipe dell’automedica. A trovare quell’uomo ieri mattina verso le sei, verosimilmente un giovane al di sotto dei trent’anni, è stato un camionista che transitava dal raccordo della Boffalora Malpensa all’altezza di Vanzaghello. La vittima era riversa a terra sulla piazzola di sosta, seminudo. Il passante ha allertato immediatamente il numero unico del 112 che ha inviato sul posto la Polizia Stradale di Magenta che ha poi passato la mano alla Squadra Mobile di Varese, al momento titolare delle indagini. Giunti sul posto anche gli agenti della Polizia Scientifica e il medico legale. Si indaga per omicidio come ipotizzato dalla Procura di Busto Arsizio.

Quel ragazzo è stato letteralmente massacrato. Aveva le gambe fratturate e il volto tumefatto. Si pensa ad un pestaggio, forse un regolamento di conti maturato negli ambienti dello spaccio di stupefacenti. A destare orrore è stata la presenza di bruciature di sigaretta sul suo corpo che fanno sospettare ad una tortura subita dal giovane nordafricano. Naturalmente siamo ancora nel campo delle ipotesi. Le cause della morte di quel giovane, che potrà essere identificato dall’esame delle impronte papillari delle dita, potranno essere chiarite soltanto dall’esame autoptico. Secondo gli inquirenti la vittima potrebbe essere stata scaricata sulla piazzola del raccordo da un’auto.

L’autopsia potrà chiarire se le bruciature siano dovute ad una tortura subita poco prima di morire o siano invece delle pregresse lesioni dermatologiche che la vittima aveva in vita. Si tratta di un episodio che ha suscitato orrore sul quale si sta indagando a ritmo serrato. I boschi del Castanese sono saliti più volte alla ribalta della cronaca per frequenti retate antispaccio. Frequentati spesso da pusher nordafricani.

L’omicidio di ieri potrebbe essere collegato ad un altro delitto avvenuto a Rescaldina lo scorso due aprile, poco più di un mese fa. Quel giorno il cadavere di un uomo, anche lui di nazionalità marocchina, è stato ritrovato nei boschi del Rugareto ammazzato da alcuni colpi di pistola. Il dato di fatto è che la situazione a cavallo fra Alto Milanese e Varesotto è quasi fuori controllo. Nonostante i blitz ripetuti delle forze dell’ordine, lo spaccio per opera di bande (perlopiù di maghrebini) sta prendendosi pezzo dopo pezzo aree rurali e parchi, come per esempio il Rugareto. Chi li frequenta inizia ad avere paura. Al punto che molti preferiscono disertarli. Per il timore di essere involontari testimoni di pesaggi o omicidi. Timore che due casi in due mesi a pochi chilometri uno dall’altro rendono molto reale.