Punì col piombo lo sgarro del boss secessionista: confermati i trent’anni

Appello bis, la sentenza per l'omicidio Novella al circolo "Reduci e combattenti" di San Vittore Olona

Carabinieri sul luogo del delitto a San Vittore Olona

Carabinieri sul luogo del delitto a San Vittore Olona

San Vittore Olona (Milano), 24 gennaio 2018 - Trent'anni  di carcere per l’omicidio del boss della ‘ndrangheta Carmelo Novella, ammazzato a colpi di pistola nel cortile del bar ‘Reduci e combattenti’ di San Vittore Olona (Milano) il 14 luglio 2008. La condanna di uno dei presunti mandanti dell’agguato, Cosimo Giuseppe Leuzzi, è stata confermata ieri nel processo d’appello bis, nove anni e mezzo dopo il delitto.

Leuzzi, ritenuto uno dei vertici della locale di Stignano e già detenuto a Novara per altri episodi, secondo il sostituto di Milano Laura Barbaini ha «agito come l’amministratore delegato di una multinazionale che incarica qualcuno per un business»: in questo caso i due sicari Antonino Belnome e Michael Panajia, poi divenuti collaboratori di giustizia. E avrebbe deliberato l’omicidio con i boss Andrea Ruga (morto sette anni fa) e Vincenzo Gallace, che decisero di eliminare Novella per bloccare il suo tentativo di rendere autonomi i clan lombardi dalla ‘casa madre’ calabrese. L'imputato, che si è sempre proclamato innocente, era stato condannato a 30 anni di carcere dal gup di Milano, con lo sconto di un terzo della pena grazie al rito abbreviato. La condanna era stata confermata in appello, ma la Cassazione l’aveva annullata l per «carenza motivazionale», rinviando gli atti a Milano per un appello bis, che ieri si è chiuso con la conferma a 30 anni di reclusione. I difensori di Leuzzi, gli avvocati Antonio Speziale e Francesco Gambardella, presenteranno un nuovo ricorso in Cassazione.