Magnago, uccise la fidanzata: si toglie la vita in carcere

Il giovane, condannato a 15 anni, da tempo era rinchiuso nel carcere di Rossano, in provincia di Cosenza

Arturo Saraceno e Debora Fuso

Arturo Saraceno e Debora Fuso

Magnago (Milano), 20 giugno 2019 - Si è tolto la vita Arturo Saraceno, 36enne condannato a 15 anni per aver ucciso la ex fidanzata Deborah Fuso, la 25enne di Lonate Pozzolo, il 17 maggio 2016 nella casa di Magnago. Il giovane da tempo era rinchiuso nel carcere di Rossano, in provincia di Cosenza, dopo due anni trascorsi a Busto Arsizio. Aveva chiesto il trafserimento per poter ricevere le visite dei suoi familiari, reidenti in Calabria. Era comunque sempre in infermeria, perché le sue condizioni psicofisiche destavano preoccupazione. Il suo avvocato, Daniele Galati, ha dichiarato di voler "far luce sull'accaduto, dato che avrebbe dovuto essere piantonato a causa dei pregressi tentativi di suicidio".

Deborah Fuso e Arturo Saraceno, dieci gli anni di differenza che li separavano, avevano avuto una lunga storia d’amore nata al confine tra le province di Milano e Varese, simile a quella di tanti giovani. Avevano fissato la data delle loro nozze, si mandavano lettere e messaggini, si amavano. Questo fino alla primavera del 2016, secondo quanto era emerso dalle indagini, alcuni dissidi legati al rapporto della giovanissima con la famiglia del fidanzato, avrebbero minato il loro legame. Poi, dopo essersi lasciati e ripresi più volte, Deborah e Arturo si erano incontrati per un nuovo chiarimento, nella mansarda di Magnago dove avevano convissuto felicemente a lungo. Nel maledetto pomeriggio di quel 17 maggio, insieme a loro c’era anche la madre di Saraceno che, però, ad un certo punto li aveva lasciati soli. Tra i due fidanzati era scoppiata una lite, culminata nell’accoltellamento della ragazza. Anche Saraceno era stato raggiunto da un fendente ad un braccio.