Legnano, ucciso a colpi di pistola: il fratello dell'ex compagna confessa il delitto/VIDEO

Antonio Calello, 29 anni, ha ucciso Gennaro Tirino per vendicare le continue violenze ai danni della sorella

Omicidio a Legnano, nel riquadro la vittima Gennaro Tirino (Studiosally)

Omicidio a Legnano, nel riquadro la vittima Gennaro Tirino (Studiosally)

Legnano (Milano), 28 settembre 2017 - Dopo una serrata indagine dei carabinieri, è stato individuato l'assassino di Gennaro Tirino, il 38enne freddato ieri in strada a Legnano. Si tratta di Antonio Calello, 29 anni di Legnano e di professione meccanico. L'omicidio è maturato al culmine di una lite tra lui e la vittima.

Da quanto ricostruito dagli inquirenti, i due si erano incontati ieri mattina in via Torquato Tasso per discutere di reiterate percosse e violenze subite dalla sorella del Calello con cui la vittima aveva da alcuni mesi una relazione sentimentale. La ragazza, 25 anni, lunedí aveva infatti presentato formale denuncia alla polizia di stato di Legnano dopo essere stata nuovamente picchiata. Con la sua stazza (130 chili di peso) il Tirino aveva piú volte alzato le mani sulla 25enne con la quale aveva una sporadica convivenza. La ragazza non aveva peró mai voluto presentare formale denuncia. Nella notte tra domenica e lunedì era stata però picchiata nuovamente con violenza ed era era stata trasportata in ambulanza in ospedale.

E all'indomani si era rivolta in commissariato per raccontare quanto aveva subíto. Il fratello - stanco di sapere quanto avveniva alla sorella - lo aveva voluto cosí incontrare. Sono volati paroloni, pugni e ceffoni. E alla fine il Tirino, definito da molti "spregiudicato e spaccone", ha estratto una pistola per spaventarlo e minacciarlo. E con la stessa arma è rimasto poi ucciso da sette colpi. Ebbene, dopo diverse ore di indagini, nel corso della notte, i carabinieri della compagnia di Legnano, in sinergia con il Nucleo investigativo di Monza, coordinati dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Nicola Rossato, hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto. Le attività investigative si sono concentrate appunto sull’ambito familiare della vittima. Sono state raccolto diverse testimonianze e operato numerosi perquisizioni locali. A casa del Calello sono stati  rinvenuti e posti in sequestro tre proiettili calibro 7,65, ovvero gli stessi esplosi in via Tasso. Dal racconto dei testimoni è poi emerso che l’omicida si era mosso a bordo di una Ford Focus di colore scuro, risultata poi in uso proprio da Calello. Il soggetto è stato quindi rintracciato e, una volta condotto presso la caserma di Legnano, è stato sottoposto ad interrogatorio, nel corso del quale, ha infine ammesso nella notte le proprie responsabilità dichiarando che l’omicidio era stato commesso al culmine di una lite.

L'accusa per lui è di omicidio non preritenzionale: gli inquirenti sono certi che il Calello non era andato in via Tasso per uccidere. Secondo il racconto del killer, infatti, ad avere la pistola era appunto il Tirino. Ne è nata una colluttazione e il Calello è riuscito a disarmarlo. Poi gli spari e la fuga. E infine nella notte la confessione e il suo arresto. Ora si trova in carcere a Busto Arsizio, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Smentita quindi l'ipotesi che ad uccidere il Tirino sia stato un parente delle due ragazzine che lui dieci anni fa aveva violentato. Per quella vicenda aveva scontato una condanna di cinque anni di carcere. Poi aveva avuto anche precedenti per spaccio di droga. Infine si era reso protagonista di percosse ai danni della sua fidanzata. Ed è stato proprio quest'ultimo il movente della sua uccisione.