Cerro Maggiore, ucciso e bruciato dal figlio: il profilo inquietante di Lorenzo D'Errico

Il 36enne è stato arrestato per l'omicidio del padre. Un'amica: "Doveva dare fuoco o distruggere le cose che non voleva più".

Il luogo del ritrovamento del cadavere di Carmine D'Errico

Il luogo del ritrovamento del cadavere di Carmine D'Errico

Cerro Maggiore (Milano) 25 febbraio 2022 - Un profilo inquietante quello che emerge su Lorenzo D'Errico, il figlio di Carmine, ucciso e carbonizzato in un capannone di Cerro Maggiore. La trasmissione "Chi l'ha visto?" ha intervistato alcuni amici del pensionato che hanno illustrato il vero volto del 36enne arrestato per l'uccisione del padre. Intanto quella ossessione di avere una sorella che non aveva mai conosciuto che avrebbe potuto togliergli parte dell'eredità. Poi le parole di scherno nei confronti dei genitori registrate davanti alla tv nella stessa trasmissione dove il figlio si era recato per denunciare la presunta scomparsa del papà: "Lei dettava le leggi mio padre eseguiva. Mia madre diceva che lui non mi aveva picchiato troppo da piccolo".

Lorenzo su FB si sentiva al di sopra degli altri, troppo intelligente per una vita normale fatta di lavoro e di impegno. Giocava al pc e in mansarda con gli amici, qualche volta a biliardo, comprato quando è morta la madre. Dalla scomparsa della donna i rapporti fra i due erano peggiorati, vivevano da separati in casa. Lorenzo non lavorava: solo qualche trasloco, tutto in nero. Il padre arrivava dalla provincia di Avellino e faceva di tutto: idraulico, elettricista. Il figlio andava all'università, poi aveva smesso. Aveva la passione delle auto: quando prese la patente i genitori gli regalarono una Bmw che prese misteriosamente fuoco durante una gita. Un'altra vettura che aveva modificato lui stesso per partecipare ai raduni aveva deciso di demolirla. "Le sue cose doveva incendiarle o buttarle via" spiega una amica di famiglia. Sfuriate e litigate: questa la vita dei due, poi degenerata. Litigi ordinari con Carmine malato di tumore fino all'epilogo dell'omicidio col corpo trovato semicarbonizzato alla periferia di Cerro Maggiore.