Rescaldina, omicidio nei boschi: il killer è latitante

A uccidere un tossicodipendente di 54 anni nel 2019 potrebbe essere stato uno spacciatore marocchino

L'omicidio di Rescaldina del 2019

L'omicidio di Rescaldina del 2019

Rescaldina (Milano), 16 ottobre 2020 - È stato probabilmente individuato il responsabile dell’omicidio nei boschi della droga. Ad uccidere il 54enne senegalese Abib Modou Diop, freddato il 15 gennaio 2019 con un colpo di pistola in un campo a ridosso del parco bosco del Rugareto, sarebbe stato uno spacciatore marocchino attualmente latitante. L’omicidio fece aumentare l’attenzione sullo spaccio di droga all’interno dei boschi di Rescaldina. Adesso il pubblico ministero Rossella Incardona della Procura di Busto ha chiesto l’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Busto Tiziana Landoni. Non si sa però attualmente dove sia il presunto assassino, che le autorità italiane dicono possa essere tornato in patria. Insieme a lui sono state indagate altre due persone, considerate complici dell’uomo: il guidatore dell’auto che ha portato il corpo, poi buttato in un campo a ridosso della strada, indagato a piede libero dalla Procura e un amico dello stesso, attualmente in carcere per reati di droga.

Il senegalese ucciso sarebbe stato una sorta di vedetta per i tanti spacciatori che operano nella zona. Il 54enne, tossicodipendente di Borgomanero, era “pagato” con la droga. In cambio doveva mettersi ai limiti del bosco per individuare gli eventuali acquirenti e dare l’allarme nel caso sarebbero passate le forze dell’ordine a controllare. Chi controllava lo spaccio nel bosco lo aveva accusato di aver sottratto della droga, in particolare alcune confezioni contenenti mariujana. Da qui la necessità, secondo la banda di spacciatori, di “farla pagare” all’uomo e allo stesso tempo dare una sorta di lezione per gli altri “dipendenti”.

In sostanza una esecuzione spietata per determinare ancora una volta la supremazia della banda sugli altri pusher, dando un avvertimento forte nel caso in cui qualcuno avesse pensato di rubare dosi di droga destinate al dettaglio. Il senegalese aveva subìto anche un colpo sferrato con una mazza o un bastone alla testa e potrebbe essere stato ucciso altrove, forse all’interno del bosco del Rugareto. Poi sarebbe stato abbandonato dal killer e daii suoi complici nel campo di via Grigna. Oggi l’assassino del 54enne senegalese potrebbe trovarsi in Marocco, ma proprio il Paese in questione non concede l’estradizione verso l’Italia.