Nerviano, rinviato il lancio del satellite Prisma

I pannelli solari della navicella sono stati realizzati dai tecnici di Leonardo

nerviano pannelli leonardo

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Nerviano (Milano), 13 marzo 2019 - Il lancio di Prisma, satellite chiamato a "indagare" su diverse caratteristiche della Terra, è stato rinviato. L'entusiasmo per il lavoro svolto e l'importanza di questa missione però all'interno del gruppo di tecnici di Leonardo, azienda con sede a Nerviano che si è occupata della realizzazione dei pannelli fotovoltaici di Prisma, non sono diminuiti. La missione che vedrà protagonista il satellite Prisma, infatti, ha dimostrato ancora una volta quanto il contributo di Leonardo sia imprescindibile. "Quando i sistemi fotovoltaici richiedono assoluta affidabilità e i progetti devono essere durevoli, Leonardo rappresenta una garanzia - commenta soddisfatto Marco Molina, responsabile ricerca e sviluppo della divisione spazio di Leonardo -. Nel settore della tecnologia solare siamo fra i leader in Europa". ExoMars, Prisma e in un futuro imminente anche Juice: Leonardo contribuisce a portare il nome di Nerviano su Marte, attorno alla Terra, su Giove. Ma non solo. Ormai molte delle missioni spaziali europee vedono i talenti di Nerviano protagonisti. "Anni fa eravamo dei pionieri, oggi sentiamo la responsabilità di dover mantenere alti i nostri standard e aumentare sempre di più la qualità del nostro know how" prosegue Molina.

Prisma si occuperà di "fotografare" la Terra: "Può sembrare una missione meno intressante perché meno evocativa di altri mondo, ma in realtà sarà molto utile ai cittadini che abitano il nostro pianeta e per questo è molto affascinante". E per la missione che avrà l'obiettivo di indagare su diversi aspetti del pianeta Giove, Leonardo ha stabilito un record: il maggior numero di pannelli solari realizzati. Insomma, l'energia dei dispositivi che vengono lanciati dalla Terra nello spazio ormai è sempre più spesso targata Nerviano. Il lancio di Prisma è stato rinviato, ma questo non significa che la tensione non rimanga alta. "La partenza di ogni missione è unica - sottolinea Marco Molina -. Riti scaramantici? Non ne ho, ma gli ultimi dieci secondi del conto alla rovescia li vivo in una sorta di stato di sospensione della coscienza. Per poi riprendermi subito dopo quando sento i colleghi applaudire o li vedo abbracciarsi o piangere. Sono momenti ogni volta unici". Cristiana Mariani