Nella villetta confiscata alla mafia il rifugio per ricostruire la propria vita

Sono otto le donne passate dalla casa di seconda accoglienza di Legnano, ricavata nella villa oggetto di sequestro alla mafia, assegnata al Comune. A spiegare l’attività è stata Costanza Bargellini, che le coordina per conto della Fondazione Padri Somaschi. Nella casa, una struttura flessibile che può ospitare fino a dieci posti letto, vengono accolte donne di altri territori. Delle otto ospitate sinora, due avevano figli e sono state accolte per un periodo medio di quattro mesi, per poi proseguire nel percorso verso l’autonomia. Età tra i 22 e i 50 anni, hanno provenienze diverse, ma sono tutte accomunate dalla necessità di ricostruire una normalità nel quotidiano.