Si schianta in auto e muore Andrea Mari, il fantino Brio

Ha perso la vita a 44 anni, nella sua Toscana, a Bolgheri, uno dei protagonisti del Palio di Legnano

Andrea Mari su Reiholly (Foto Di Pietro)

Andrea Mari su Reiholly (Foto Di Pietro)

Legnano, 18 maggio  - Per chi ha il Palio nel cuore, la fotografia dell’incidente che ieri alle 15.30 ha portato via il fantino Andrea Mari, a soli 44 anni, è ancora più agghiacciante. L’automobile - una Porsche, non di sua proprietà - spezzata in due, a Bolgheri, nella sua Toscana, è una ferita per tutti quelli che a Legnano hanno voluto bene a “Brio” dal cuore grande e dalla parlata senese. Andrea Mari, anche se non sono in molti a ricordarlo, è arrivato a Legnano nel 2001 non per correre il Palio bensì per la Provaccia: Brio indossava la giubba biancazzurra di Sant’Erasmo, la stessa con la quale avrebbe dovuto correre il Palio del 2020, ormai diventato 2021.

Al Palio cittadino Brio era tornato diverse volte: nel 2008 e nel 2009 con la giubba di San Domenico, nel 2010 con quella di San Martino e poi dal 2013 con quella di Sant’Ambrogio, ma è proprio in gialloverde che il nome di Mari fa notizia. È il 2015 e il Palio viene vinto dai giallorossi di Legnarello, ma Brio è lì, a un centimetro dalla vittoria e dichiarato secondo dal fotofinish. Una sconfitta amara per il fantino e per la contrada di Sant’Ambrogio, rimasta delusa a bocca asciutta nel peggiore dei modi. Si rifarà l’anno successivo, con la giubba biancoblù e il capitano Antonio De Pascali che in lui crede molto e che si è sempre definito suo amico prima ancora che compagno di Palio: la vittoria di San Martino, bellissima e attesa, vede Andrea Mari portato in trionfo dopo una corsa da manuale con il cavallo Totò, una corsa che per pulizia e grinta non viene ricordata solo dai contradaioli di San Martino ma anche da tutti gli appassionati di Palio.

Andrea Mari ha corso ancora con San Martino, nel 2017 e nel 2018, senza riuscire però a replicare la vittoria del 2016. Lo stadio Mari - felice omonimia - lo avrebbe atteso quest’anno in diversi colori, e invece tutto quello che resta è la triste certezza di non rivederlo più correre sul tufo. L’immagine più bella? Ne va dato atto a San Martino, la corsa della vittoria. Il capitano trepidante, la tifoseria di contrada - piccola, piccolissima - entusiasta e fedele, Mari che corre e non lo si può fermare, gli zoccoli di Totò su una pista così impregnata d’acqua da far temere uno slittamento della corsa, una sospensione della gara. Gocce di pioggia sul canapo e sul Crocione, Andrea Mari portato in trionfo tra lacrime e sorrisi. Il più largo resta sempre il suo.