Nerviano, il sindaco alla marcia per Liliana Segre: "È un dovere"

Massimo Cozzi, leghista della prima ora e amico di Matteo Salvini: "Doveroso per dire “no“ a qualsiasi forma di odio e violenza nella politica e nella società odierna"

Il sindaco Massimo Cozzi

Il sindaco Massimo Cozzi

Canegrate (Milano), 11 dicembre 2019 - Classe 1971, leghista della prima ora quando il movimento si chiamava ancora Lega Lombarda, Massimo Cozzi è oggi sindaco di Nerviano. Amico di Matteo Salvini, che contatta spesso e col quale è in confidenza, Cozzi ha deciso di partecipare, con tanto di fascia tricolore al petto, alla manifestazione di Milano contro l’odio e in solidarietà alla senatrice Liliana Segre. «A Milano ero presente anch’io insieme agli altri seicento sindaci contro ogni forma di odio e per esprimere la più totale vicinanza a questa donna coraggiosa». Una decisione, quella di Cozzi, che va decisamente in senso contrario rispetto a tante giunte di centrodestra – in Italia come nell’Alto Milanese – e che alla manifestazione non erano presenti. Com’è stato il caso di Cerro Maggiore il cui sindaco, Giuseppina Berra, ha spiegato laconica: «Noi non abbiamo aderito». Invece il sindaco leghista, puro e duro, Massimo Cozzi nel capoluogo lombardo ha voluto esserci: «L’ho ritenuto doveroso: a nome dell’intera comunità nervianese, per dire “no“ a qualsiasi forma di odio e violenza nella politica e nella società odierna e per simbolicamente accompagnare come scorta Liliana Segre, che rappresenta pienamente i valori di democrazia e libertà del nostro paese».

Cozzi era circondato da diversi sindaci del territorio (come Pignatiello di Castano Primo) di varie estrazioni ed orientamenti politici: « È stato veramente bello sfilare assieme tanti sindaci con la fascia tricolore, andando oltre i colori politici, per valori universali che dovrebbero sempre accomunare tutti». Lo scorso settembre il primo cittadino di Nerviano aveva preso una dura posizione contro chi aveva vandalizzato con alcune scritte antisemite la bacheca nervianese dell’Anpi, l’associazione dei partigiani. «Abbiamo condannato con la massima fermezza le vergognose scritte comparse sulla bacheca di via Rondanini, che per noi sono espressione di una mentalità anni luce lontana dalla società democratica, antinazista e antirazzista, da sempre valori che caratterizzano la comunità nervianese tutta».