ll mostro di viale Cadorna ora cerca un compratore

Lo scheletro dell’edificio di nove piani rappresenta il "biglietto da visita" per chi arriva a Legnano dall’Autolaghi: un’incompiuta da oltre 15 anni

di Paolo Girotti

Quasi ogni realtà della penisola ha il suo ecomostro e anche Legnano ha il suo: difficile non accorgersi, infatti, dell’enorme palazzo grigio cemento che da anni, incompiuto, si staglia a lato di viale Cadorna, direttrice obbligata d’accesso e uscita dalla città per chi utilizza l’autostrada A8. Difficile non accorgersi anche perché questa tetra sagoma incombente sulla carreggiata risulta alla vista ampiamente incompiuta e uguale a se stessa da oltre dieci anni. La novità? Entro marzo si proverà a trovare un compratore disposto a farsi carico del pesante fardello. Per ricostruire la storia di questo ammasso di cemento armato bisogna tornare indietro sino al 2007, quando il progetto dell’edificio era ancora in fasce. Già allora il progetto venne aspramente criticato dall’opposizione consigliare di quel tempo: il progetto era semplicemente "troppo" con i suoi nove piani fuori terra e in quella collocazione. Nel 2008 iniziarono i lavori che si sarebbero dovuti concludere poi nel 2011, ma solo lo "scheletro" del palazzo prese forma, mentre il permesso di costruire scadeva. L’intero edificio, o ciò che è stato sin ora realizzato, si sviluppa su 11 piani, nove piani fuori terra e due piani interrati: nella sostanza si mirava a realizzare e mettere sul mercato ben 41 appartamenti e sette vani sottotetto agibili e non abitabili, oltre a 48 cantine e 44 box. Il comparto comprende anche la vicina villa storica dove, nel progetto, erano previsti altri quattro appartamenti disposti su più piani. La valutazione effettuata nel 2020 identificava il valore presunto in 2 milioni 155mila euro. Il 21 marzo prossimo, data ultima per la presentazione delle offerte, il prezzo minimo per le offerte è fissato a 969mila euro.

La perizia ha ovviamente rilevato numerose difformità: in particolare per le sole strutture portanti progettate e realizzate prima dell’entrata in vigore della nuova normativa antisismica e prive di certificato di collaudo, sarebbero necessari 150mila euro e 24 mesi per la regolarizzazione. Uguale discorso per la conformità tecnica impiantistica, che prevede 50mila euro di spesa e altri 12 mesi di lavoro. Risale agli stessi anni anche un altro edificio del territorio che si era guadagnato l’appellativo di "ecomostro", collocato in via Gallarate ad Arconate, ma la sorte è diversa. Costruito a partire dal 2008, mai completato. Costituendo così un elemento di ulteriore degrado estetico. Il consiglio comunale di Arconate ha però recentemente approvato un permesso di costruire in deroga per l’ultimazione dell’edificio e così il progetto di recupero è finalmente partito lo scorso mese di dicembre.