Rescaldina, licenziati dopo il reintegro del tribunale: presidio dei lavoratori ex Auchan

I sindacati: "Un atteggiamento inaccettabile da parte dell'azienda. Che sia rispettato quanto stabilito dal giudice"

La protesta

La protesta

Rescaldina (Milano), 18 maggio 2022 - Un presidio per far valere i diritti dei lavoratori ex Auchan. Nel pomeriggio di ieri a Rescaldina, Fabio Toriello segretario della Filcams Cgil Ticino Olona, ha manifestato tutto il suo dissenso nei confronti del licenziamento di quattro lavoratori, precedentemente reintegrati dal tribunale sul proprio posto. "A distanza di un mese anziché far rientrare le lavoratrici e i lavoratori sul loro posto di lavoro, l’azienda ha comunicato ai quattro lavoratori l’avvio della procedura di licenziamento individuale" ha spiegato il sindacalista. Una sentenza del giudice del lavoro che l’attuale proprietà, la Conad, ha sempre boicottato evitando di far tornare al lavoro gli otto lavoratori reintegrati pagando regolarmente gli stipendi, anche quelli arretrati, ma senza mai farli lavorare. Non solo: adesso quattro degli otto verranno licenziati. Fra di loro anche una coppia: "Vogliamo solo lavorare, ma fra poco ci troveremo senza alcuna occupazione".

Un lavoratore è nell’azienda dal 1989, anche per lui scatterà il licenziamento. Una vertenza, quella dell’ex Auchan, durata anni, da quando cioè i lavoratori in questione, non accettando alcun esodo, sono stati boicottati. Su 300 lavoratori, 200 sono stati trasferiti nell’ottobre del 2020 a Conad. Gli otto decisero di impugnare la mancata ricollocazione in tribunale. A febbraio il tribunale di Busto Arsizio ha sancito l’illegittimità del comportamento aziendale, riconoscendo ai lavoratori il diritto di reintegrazione sul posto di lavoro e al pagamento delle retribuzioni arretrate a decorrere dall’ ottobre del 2020 ad oggi. "La sentenza aveva sancito l’illegittimità della scelta aziendale praticata in sede di accordo sindacale non sottoscritto dalla CGIL riconoscendo ai lavoratori il diritto dell’immediata reintegrazione sul posto di lavoro e al pagamento delle retribuzioni arretrate".

Dopo la sentenza del tribunale i lavoratori non sono mai tornati sul posto di lavoro. "L’azienda ha spiegato di voler fare delle verifiche tecniche organizzative al fine di effettuare un positivo inserimento nell’attuale punto vendita, mettendo i lavoratori e le lavoratrici in aspettativa retribuita con esonero integrale dalla prestazione lavorativa" ha spiegato Toriello. In questi giorni la decisione dell’azienda di licenziarne 4. "Hanno deciso per un licenziamento individuale, possibile perché inferiore a cinque. Poi probabilmente fra 120 giorni proseguiranno con gli altri quattro. Un atteggiamento inaccettabile. I lavoratori vogliono che sia rispettato quanto stabilito dal giudice".