Legnano, la Rsa Sant’Erasmo alza le mani: "Costretti ad aumentare le rette"

La direzione in allarme: "Rischiamo il collasso". L'incremento dei costi per le utenze può superare il 60%

L'interno di una casa di riposo (Archivio)

L'interno di una casa di riposo (Archivio)

Legnano - Prima il Covid, adesso il caro bollette. Non c’è pace per le Rsa che stanno attraversando una delle pagine più buie della loro storia dalla fondazione ad oggi. Un quadro a tinte fosche quello dipinto dal presidente della fondazione Sant’Erasmo, l’avvocato Alberto Fedeli, che spiega a tutto campo la terribile crisi che sta flagellando il no profit con particolare riferimento alle Rsa. "Stiamo parlando in Lombardia, come si ricava da una indagine di Uneba, di un aumento delle utenze in molti casi già oltre il il 60%, a cui si accompagna un aumento dei costi del personale del 3,50%, dei servizi accessori come mensa con 9,28% in più e lavanderia con 6,55% ed e il mancato serio adeguamento delle tariffe che la Regione Lombardia riconosce agli enti gestori per la quota sanitaria. Sono dati drammatici che – spiega il presidente Fedeli – senza adeguati interventi compensativi del Governo e della Regione, rischiano di portare al collasso le strutture, costrette a sopravvivere ricorrendo all’aumento delle rette". Rette che dal prossimo anno a partire dal primo gennaio 2023 alla Sant’Erasmo saranno infatti ritoccate in aumento.

L'appello alla politica

"Le vittime di questa situazione sono gli anziani e la responsabilità non può ricadere sugli enti del terzo settore che non perseguono fini di lucro ma devono pur sopravvivere garantendo un servizio indispensabile, che vuole continuare a essere di alta qualità, al di sopra dei requisiti richiesti dalla stessa normativa regionale. La primaria responsabilità è della parte pubblica che può e deve intervenire con adeguate misure di ristoro per l’emergenza e di adeguamento del sistema che permetta a questi enti di rispondere alla domanda di assistenza degli anziani sempre più ampia e complessa per l’invecchiamento della popolazione".

"Servono più fondi"

Gli interventi del governo nel Decreto Aiuti Ter sono ancora insufficienti e non di pronta realizzazione. "Anche Regione Lombardia è di recente intervenuta con un aumento delle tariffe di remunerazione, ma solo del 2,5% e solo per parte del 2022, adeguamento che deve essere ampliato e reso strutturale per rispettare la quota di copertura sanitaria spettante alla Regione stabilita dai livelli essenziali di assistenza e consentire agli enti non profit accreditati che gestiscono strutture sociosanitarie di non chiudere, lasciando così il posto ai grandi gruppi privati. Un esito da evitare con forza".