Legnano, il Ministero indica il commissariamento ma il difensore civico va avanti

Per il Viminale, pur esistendo i termini per l'invio di un commissario, si deve tenere conto del percorso già avviato dall'organo amministrativo regionale

Il sindaco Gianbattista Fratus

Il sindaco Gianbattista Fratus

Legnano (Milano), 11 aprile 2019 - Il Ministero dell’Interno avrebbe infine espresso il suo parere sull’intricata vicenda legnanese, lasciando però poi facoltà di decidere al difensore civico regionale che andrà avanti con la surroga del consigliere Rolfi tenendo così in piedi la maggioranza di Gianbattista Fratus. E così, mentre si stanno già preparando i ricorsi del caso, a "non decidere" risulta essere ancora il Prefetto, l’organo superiore indicato come tale anche dal difensore civico ma che pare abbia deciso di “non decidere“.

Tutto questo è successo tra la serata di ieri e questa mattina, aggiungendo un ulteriore tassello alla complessa vicenda che da qualche settimana sta tenendo banco in città: il parere del Ministero, secondo quanto ricostruito, sarebbe già arrivato a Palazzo Malinverni e parte definendo la situazione di Legnano simile in tutto e per tutto a quella del Comune di Quarto (poi commissariato) citata come esempio dai consiglieri dimissionari: il Ministero avrebbe dunque indicato lo scioglimento del consiglio e il commissariamento come unica strada da percorrere. Solo che dopo aver detto questo, il Ministero definisce come unica variazione intercorsa rispetto al caso citato, il fatto che l’amministrazione legnanese si sia rivolta al difensore civico e che, dunque, ci sia ora un parere già espresso del quale tenere conto.

La palla viene dunque lanciata al difensore civico, che ha già fatto sapere che proseguirà nel suo percorso di surroga. “E' assurdo che di fronte a un parere del Ministero, che pure ha lasciato a lui la decisione, il difensore civico si prenda la responsabilità di andare sopra questa indicazione che sottolinea inquivocabilmente come il caso di Legnano sia un caso da commissariamento – è il commento di Riccardo Olgiati, parlamentare del Movimento 5 Stelle -. Ritengo che il prefetto con tutta la sua esperienza non si possa permettere di lasciare la palla in mano al difensore civico. Lo stesso difensore civico ha stabilito le gerarchie dicendo che si sarebbe adeguato alla eventuale decisione del prefetto. Per questo il prefetto non può evitare di farlo: deve decidere in prima persona tenendo conto di tutti questi elementi”.